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Io sono il Signore Dio tuo

Io sono il Signore Dio tuo

10070 Viù (To)
Gialli e Thriller Racconti
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Io sono il Signore Dio tuo

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In un paesino di montagna sulle alpi.
Viù, è un paesino di montagna nelle valli di Lanzo, che si divide fra piste da sci e pastori abituati alla vita vecchia maniera.
Oggi è un giorno triste per la comunità di questo piccolo borgo,si stanno svolgendo i funerali di Don Aldo, il parroco storico del paese.
A celebrare la cerimonia c’è Don Andrea, il nuovo parroco, a messa c’è tutto il paese non manca nessuno, del resto Don Aldo era amatissimo da tutti, e poi questa è una comunità molto devota e di gente per bene.
Tutti gli abitanti appaiono molto scossi, ma in particolare Mjrna, una ragazza di fede buddista che nonostante ciò era molto legata a quel parroco che aveva conosciuto fin dalla nascita.
Sei mesi dopo:
Un delitto di rara ferocia sconvolge la comunità.
Mjrna è stata barbaramente uccisa a coltellate nella sua stanza da letto della piccola casetta in cui vive.
La scena che si presenta al tenente Angelo Rizzo a cui sono state affidate le indagini è raccapricciante.
La ragazza è stata colpita da una ventina di coltellate, le manca l’indice della mano destra e sulla parete della stanza compare una scritta con il sangue “Non avrai altro Dio all’infuori di me”
La comunità è profondamente addolorata, al funerale c’è tutto il paese, tutti le volevano un gran bene, ma soprattutto Maria, la perpetua del parroco che l’aveva vista crescere.
Maria è una donna di mezza età alta e robusta, dall’aspetto austero, ma di buon cuore, è qui da sempre e si prodiga per aiutare tutta la comunità, spesso fa le commissioni per i cittadini, a volte funge da baby sitter per chi ha bisogno, si occupa degli animali domestici quando la gente è in vacanza e così via.
Passano una ventina di giorni ed un’altro atroce delitto si presenta davanti agli occhi del tenente Rizzo;
Una coppia del paese, Marco e Sonia hanno subito la stessa sorte.
Marco viene ritrovato in cucina, sgozzato prono sul lavello, sul muro la scritta: “Non desiderare la donna d’altri”.
Sonia invece viene trovata sventrata in giardino, forse tentava di fuggire ed è stata finita all’esterno, sul muro della facciata la scritta:”Non commettere adulterio”.
Ad entrambi manca l’indice della mano destra.
Tutti in paese sapevano che i due avevano relazioni parallele, ma ciò non giustifica una punizione simile.
Il Tenente Rizzo capisce che ha a che fare con un fanatico religioso, ma in paese sono tutti molto devoti potrebbe essere chiunque.
Rizzo chiama a raccolta i cittadini per una perizia calligrafica, ma la cosa non porta a nulla.
Un mese dopo Sergio, un anziano solitario viene trovato sgozzato, sul muro la scritta col sangue:”Non nominare il nome di Dio invano” questa volta l’indice mancante è il sinistro, Sergio era mancino, è evidente che il killer obbliga le sue vittime a scrivere sul muro con il proprio dito intriso di sangue prima di finirle.
Il tenente Rizzo è frustrato, l’assassino è certamente una persona del luogo che conosce bene gli abitanti ma chi?
In paese ormai si guardano tutti in cagnesco, nessuno si fida più di nessuno, e la gente comincia ad additare Don Andrea il nuovo parroco, d’altronde i delitti sono cominciati con il suo arrivo, ed anche Rizzo comincia a sospettare di lui così lo fa pedinare.
Passano tre settimane, è la volta di Franco un ladruncolo del paese, questa volta c’è solo una ferita da taglio alla spalla, poi è stato finito con un proiettile in testa, probabilmente era riuscito a difendersi costringendo l’assassino a fare fuoco, sul muro la solita scritta col sangue:”Non Rubare” e ovviamente è stato asportato l’indice al malcapitato.
Il tenente, ha preso informazioni sulla popolazione, sia per capire chi potrebbe essere il killer sia per cercare di proteggere le eventuali prossime vittime, ma il compito è arduo dal momento che il killer non segue l’ordine dei dieci comandamenti ma va a casaccio, probabilmente per non dare punti di riferimento.
E’ domenica, Rizzo si reca a messa, arrivato in chiesa la trova deserta, nessuno ci va più, al suo arrivo il tenente trova Don Andrea con il capo tra le mani disperato, a consolarlo la sola Maria, Rizzo fa una lunga chiacchierata col prete, e si convince che è sincero.
Il giorno seguente Adriano, un giovane eccentrico che racconta un sacco di frottole viene trovato morto nel soggiorno di casa sua, sul muro la scritta:”Non dire falsa testimonianza”, ovviamente anche questa volta gli è stato amputato l’indice.
Passano due settimane, arriva una telefonata in ufficio da Rizzo, è Maria la perpetua, gli dice di correre in chiesa, arrivato li si trova davanti ad una scena rivoltante;
Il religioso è stato decapitato, la testa è sull’altare ed il corpo steso a terra, sulla colonna di marmo bianco la scritta:”Non commettere atti impuri”, e come al solito l’indice è amputato.
A questo punto il tenente interroga Ermanno, un ragazzone alto un metro e novanta un po ritardato che fa il chierichetto fin da bambino, che ha preso malissimo la morte di don Aldo, e dall’arrivo di Don Andrea ha smesso di frequentare la chiesa.
All’interrogatorio Ermanno pare soddisfatto da ciò che accade, e dice al tenente che Don Aldo diceva sempre che chi non rispetta la volontà di Dio prima o poi pagherà.
Quando Rizzo gli chiede se è lui il responsabile Ermanno ridendo soddisfatto dice che lo sa solo Dio. Rizzo decide quindi di trattenerlo, facendolo ricoverare nel reparto psichiatrico dell’ospedale.
Due mesi dopo Carlo un signore settantenne costretto sulla sedia a rotelle viene trovato sgozzato in piazza, di fronte alla statua di Pinocchio che c’è in paese, l’indice amputato e per terra la scritta insanguinata “Ricordati di santificare la feste”.
Il povero Carlo in effetti a causa delle precarie condizioni di salute spesso non si recava a messa neanche per le feste comandate.
Rizzo rimette subito in libertà il povero Ermanno, scusandosi.
Il tenente mette a sorvegliare il piccolo paese da una decina di poliziotti in borghese, giorno e notte, e per diversi mesi non accade nulla.
E’ un week end di metà estate il paese pullula di turisti, il tenente Rizzo è al bar in piazza a fare colazione, uscendo nota che la tabaccheria di Giorgia (una signora alquanto pettegola e invidiosa) è chiusa, alquanto strano in questa stagione in cui il paese è popolato dai turisti.
Rizzo si precipita a casa della tabaccaia, arrivato lì trova il cancello spalancato, bussa alla porta ma non riceve risposta, abbassa la maniglia, la porta è aperta il tenente entra; appena dentro vede sul muro la scritta:”Non desiderare la roba d’altri”. Rizzo chiama ripetutamente Giorgia senza ricevere risposta, perlustra la casa ma non c’è nessuno, esce in giardino e sente un rantolo provenire dalla cuccia del cane, si precipita lì e trova la poveretta ancora in vita, martoriata dalle coltellate e senza l’indice;
La vittima con un filo di voce esclama “Ha detto che deve portare le dita a Don Aldo per purificarci” Rizzo:”CHI?CHI?” Giorgia esclama con l’ultimo fiato di cui ancora dispone :”Maria”.
Rizzo dopo aver chiamato l’ambulanza si precipita in canonica, la porta è chiusa bussa ripetutamente, nessuna risposta, sfonda la porta entra cercando la perpetua, nessuna traccia della donna, entra allora in chiesa e sull’altare rinviene un coltellaccio ancora sporco di sangue, ed una pistola a cui manca un solo proiettile, della donna nessuna traccia.
Il tenente si ricorda allora le parole di Giorgia, aveva detto che le dita erano per Don Aldo.
Si reca allora al cimitero, sulla tomba del religioso trova Maria, supina con i polsi tagliati senza vita, accanto a lei un barattolo con nove indici conservati in salamoia.
Sulla lapide la scritta:”Non Uccidere”.
Il tenente Rizzo raccoglie il barattolo e, a capo chino mestamente si dirige verso il cancello d’uscita.

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  1. Maria Pia Gambini
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    Non mangerò più roba in salamoia. Come racconto è cotto al punto giusto, ma forse se lo ricamavi maggiormente, diventava più intrigante. 🙂

    6 anni fa
  2. david torrance Proprietario Scheda

    E’ solo un riassunto, leggi “Il Tenente Rizzo” è la prima parte di questo.

    6 anni fa
  3. Giuseppe
    Originalità

    Coinvolgimento

    Stile

    Ricorda un po’ Seven di D. Fincher. Ten.

    6 anni fa

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    david torrance

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