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L’anziano.

L’anziano.

Piazza Bra
Verona
Diari e Memorie Racconti
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L’anziano

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Parcheggiò l’auto in una via trasversale, in modo da essere abbastanza lontana dal grande traffico e si avviò a passi veloci al punto di raccolta, sotto il sole cocente di luglio. Qualche decina di metri davanti a lei, in doppia fila, faceva bella mostra di sé un pullman da turismo, con grandi insegne dell’ agenzia che aveva organizzato il viaggio. Sul marciapiedi si intravedeva un crocchio di persone che si apprestavano a salire sul pullman, seguite dallo sguardo della guida che cercava di memorizzare visi e nominativi dei partecipanti a quella gita. Li raggiunse, si presentò e si mise in fila per salire. Non le piaceva molto fare viaggi organizzati ma, ogni tanto per stare un po’ sola o perché i famigliari erano impossibilitati a viaggiare con lei , sceglieva quell’agenzia per un breve viaggio. Quel giorno partiva per Verona dove avrebbe assistito al Nabucco all’Arena. Raggiunse il posto assegnatole e si mise comoda che per lei significava avere a portata di mano il suo e-reader. Appoggiò la testa al sedile, e chiuse gli occhi detergendosi con la mano la fronte sudaticcia. Finalmente un po’ di pace! Fu il suo primo pensiero ignorando volutamente la guida che con il microfono a tutto volume salutava i turisti.
– E’ libero, vero, questo posto?
Una voce maschile la riscosse e prima che potesse dare una risposta, un anziano signore si sedette pesantemente accanto a lei.
– Mi scusi, se la infastidisco me lo dica pure. Mi siederò altrove. C’è ancora possibilità di posto …
– Prego … non mi infastidisce! – replicò con un sorrisetto forzato, e accese il suo libro tecnologico.
– Ce l’ha anche mio nipote… – attaccò lui ammiccando.
– Cosa? Ah! l’e-reader! Ormai è di uso comune.
E ributtò lo sguardo sulla pagina che avrebbe voluto leggere. L’anziano non si scoraggiò e riprese a parlare.
– Io preferisco il libro vecchia maniera. Sfogliare le pagine, aspirare l’odore della stampa…. è tutta un’altra cosa.
– Ah, sì, certo….
– Lui dice che si porta dietro tutti i suoi libri preferiti con il minimo sforzo.
– Anche io la penso così.
– E’ evidente! Cosa legge di bello?
Lei si lasciò sfuggire un piccolo sospiro di piacere represso che sperò non venisse equivocato. Con tutto l’entusiasmo che poté racimolare, gli disse titolo ed autore.
– Adoro questo scrittore, tutti i suoi libri sono dei best seller! In ogni suo lavoro c’è una seria ricerca storica, un’accuratezza nella descrizione degli avvenimenti e dei particolari…Insomma, è avvincente.
– Se mi dice cose così belle, lo leggerò di sicuro … come ha detto che si intitola?
La conversazione proseguì per tutto il tragitto. L’anziano signore era vedovo da alcuni anni e viveva da solo … le fece una grande tenerezza! Decise di ascoltarlo, rinunciando alla tanto agognata tranquillità. Sembrava che si stesse rifacendo di mesi e mesi di silenzio ma il suo chiacchiericcio non era spiacevole, dopotutto. Parlarono di libri, di scuola, dei suoi nipoti (ne aveva cinque, il più grande si sarebbe laureato in ottobre ed il più piccolo frequentava la terza elementare) per arrivare chissà come ai problemi coniugali della sua figlia minore. Era molto preoccupato per quella giovane e scapestrata figliola. Era al suo terzo “matrimonio” come continuava a chiamarlo lui ed ora sembrava che lei avesse sbagliato nuovamente compagno.
– Non ha la minima voglia di impegnarsi, di dedicarsi con costanza a portare a buon fine un rapporto con un uomo. Al primo litigio li caccia via … è egocentrica ed egoista … pensa solo al suo benessere. Mia moglie, invece …
Gli spuntarono le lacrime agli occhi e cominciò a parlarle della moglie. Lei si intenerì al punto che non poté fare a meno di stringergli la mano in un gesto di affettuosa comprensione. Il flusso dei ricordi dell’anziano si interruppe solo all’arrivo a Verona, con l’ingresso del grosso pullman nel parcheggio riservato e le innumerevoli spiegazioni della guida.
– Abbiamo capito persino noi vecchietti! Abbiamo del tempo libero per visitare Verona e poi tutti al punto di raduno all’interno dell’Arena!
– Dovete attraversare il ponte per raggiungere il centro. Chi gradisce può seguirmi in questa passeggiata. – Continuò la guida.
– Lei si aggrega al gruppo? – Le chiese.
– No, conosco la strada e conto di arrivare in centro il più velocemente possibile.
– Posso venire con lei? Non rallenterò la sua passeggiata … mi alleno a camminare tutti i giorni!
Lei rise ed acconsentì. Non riusciva ad immaginare il suo compagno di viaggio in tuta, a correre su una strada sterrata fra i campi del paese dove abitava. Presto però dovette ricredersi; aveva un buon passo ed era lei ad avere il fiatone per stargli appresso.
– Acc. Qui fra i due la vecchietta sono io! – Pensò mestamente. Lui se ne accorse e rallentò un pochino e le chiese quale sport facesse.
– Nuoto. Quando ho un’ora libera vado in piscina. Il problema è che non tutte le settimane ne ho il tempo!
– Vedo! Oh mi scusi! Non volevo intendere che …
– Sì lo dica pure chiaramente! Sono fuori forma!
Ed ora toccò a lei raccontare la sua vita, con tutti i suoi problemi e le difficoltà quotidiane. Come era facile raccontare tutti i problemi a quello sconosciuto! Stranamente lui tacque, non la interruppe nemmeno una volta, guardandola in viso solo di tanto in tanto in una sorta di educato ritegno. Alla fine, mentre lei sospirava, sentenziò in tono bonario che la vita non è facile per nessuno, quel che contava per davvero era mettercela tutta …
– Un soldato direbbe “Vendere cara la pelle” – aggiunse lei.
– … senza perdere il sorriso, l’ottimismo, la gioia di vivere! – concluse lui. Non parlarono più per qualche minuto e, arrivati in centro, passarono dinanzi all’Arena per inoltrarsi in via Mazzini fra la moltitudine di turisti scamiciati ma ugualmente accaldati.
– Ci vuole qualcosa di fresco da bere … sempre ma in particolare alla mia età si deve bere molto.
Fecero la fila per arrivare al bancone del bar dove si erano fermati, godendosi la frescura del condizionatore. Dopo aver bevuto, continuarono per via Cappello fino alla casa di Giulietta.
– Impossibile entrare! Troppi turisti! L‘ultima volta che sono stato qui ero con mia moglie …
La sua voce si intrise di commozione e tacque per qualche istante ma poi ricominciò a raccontarle tutti i suoi ricordi. Lei lo convogliò verso piazza della Erbe, fra le bancarelle, dove pensava potesse essere distratto dai profumi, dai colori, dai rumori di quella bella piazza e che quel velo di tristezza potesse così sparire dai suoi occhi.
– Che ne dice di mangiare qualcosa? Ne abbiamo appena il tempo, prima di tornare all’Arena per l’inizio dell’opera. Ottima l’idea della guida di darci i biglietti in anticipo!
Lei acconsentì ed a passo spedito si inoltrarono in una via laterale alla volta di un ristorantino dove lui aveva cenato con la moglie anni prima. Trovatolo, consumarono una cena leggera, continuando a chiacchierare. Lei si era totalmente abbandonata a quella nuova conoscenza, dimenticando completamente in fondo alla borsa l’e-reader. Era un uomo solo, che sentiva enormemente la mancanza della compagna della sua vita. Si chiese come si sarebbe sentita lei senza il sostegno del marito. Rabbrividì malgrado il caldo estivo e pregò di non doverlo mai scoprire. A passo svelto, raggiunsero poi l’Arena e si arrampicarono ai loro posti sulle gradinate, sbracciandosi per farsi notare e riconoscere dalla guida che controllava che tutti i turisti a lei assegnati fossero pronti per l’inizio dell’opera.
E finalmente lo spettacolo iniziò. L’anziano signore si zittì e si lasciò trasportare dalla musica e dal canto. Si capiva subito che non era la prima volta che assisteva al Nabucco: sottolineava alcuni passaggi musicali con gesti della mano o canticchiava a bassa voce parti di arie famose. Lei sorrise comprensiva quando lui le bisbigliò un aneddoto su Verdi. Un uomo con tanti interessi, colto, dalla conversazione tutto sommato ricca e piacevole, considerò lei, stupita essa stessa da quel pensiero così in contrasto con la sua prima impressione. Fu contrariata quando, nella terza parte, all’inizio del Va Pensiero, ad uno scatto fotografico del suo cellulare, il gruppo di turisti stranieri seduti dietro di loro protestarono un po’ troppo vivacemente per la luce del flash. Lui si scusò in modo educato e a malincuore mise via l’oggetto incriminato. Si vedeva che era mortificato: il mento tremava quasi stesse per piangere e gli occhi apparivano offuscati da un velo di tristezza. Lei, furiosa, si girò per litigare con quegli insensibili ma lui la trattenne. L’ultima parte si svolse senza incidenti ed altre lamentele. Al termine dell’opera, lei gli chiese se voleva posare in foto con lei: ci teneva ad avere un ricordo di quella serata con lui. Acconsentì di buon grado e si mise in posa vicino a lei per un selfie. Si aggregarono al gruppo per il ritorno al pullman: tutti erano abbastanza stanchi e procedettero uniti con passo lento, commentando l’esecuzione dell’opera ed il loro pomeriggio. Una volta saliti sul loro mezzo e sistemati ai propri posti, la guida fece spegnere le luci, invitando tutti ad un riposino prima della consueta sosta all’autogrill. Solo loro due continuarono ancora a parlottare fino a che, sistemandosi meglio sul sedile, l’anziano cadde in un sonno profondo, la bocca ancora atteggiata ad un sorriso. Lei sospirò, contenta per quella giornata così diversa da quella che avrebbe desiderato inizialmente. Chiudendo a sua volta gli occhi, pensò che aveva condiviso i ricordi di quello sconosciuto e forse gli era stata utile: una grande dolcezza riempì il suo cuore.


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  1. Carlo
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    Racconto molto piacevole ; uno dei migliori dell’autrice.

    4 anni fa
  2. stefano
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    4 anni fa
  3. Csrlo
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    4 anni fa
  4. Gary Bruni
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    Quando abbiamo il desiderio di stare da soli e poi scopriamo invece che aprirci è la cosa più bella

    3 anni fa

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