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La piccola pescatrice di luce

La piccola pescatrice di luce

32020 Canali di Venezia
Luoghi e Paesaggi Racconti
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La piccola pescatrice di luce

Testo di Luciana Zorzin Bernardo
Foto di Cristina Marson

Canali di Venezia


– Nina, Nina, scendi giù, fa caldo stasera, andiamo a farci un giro in barca -.

La città è avvolta nell’afa dello scirocco di inizio Agosto. Non c’è un alito di vento stasera, nei canali l’acqua è liscia come l’olio, ferma, tanto da rispecchiare tutto. Sembra un mondo fatato e capovolto. Cambia la visione e la prospettiva dei rii e dei canali, dove i palazzi e le finestre accese si specchiano interamente, per poi fuggire all’occhio umano al passaggio serale nella scia che lasciano le gondole e le barche al loro passaggio, distorcendo il riflesso. Proprio per questo incanta e cattura. Venezia appare magica come sempre la sera, d’estate.
Mario è stanco della sua giornata, del suo andare e venire per uffici, tra incontri e riunioni, dell’affanno costante di muoversi tra la folla incolta e ammassata di turisti disordinati, tra calli, rive, salizzade, campi e campielli. Vuole prendersi un momento di pace e godersi la serata estiva con Nina, sua figlia.
E’ una bella bambina di 7 anni, figlia unica e adorata dal padre. Mario è felice di passare del tempo con lei, la ama più di se stesso e ancora non sa che presto arriverà un’altra creatura a ingrandire la loro famiglia. Mario è consapevole che le donne siano fantastiche, per forza e coraggio e pensa che anche Nina, se la caverà bene in questa società complessa e in continua trasformazione e precarietà. L’amore, la cura e la guida famigliare, non le mancheranno mai. Mario pensa, che l’amore sia la cura più importante per la crescita dei bambini.
La moglie, stasera è impegnata con il lavoro, sta organizzando un grande evento di alta cucina all’interno di un grande albergo cittadino sul Canal Grande, sicuramente farà tardi.
– Papà, aspetta che prendo il retino per pescare –
– Fai presto, stasera si va per rii e canali cocola mia –
Nina arriva di corsa sulla riva, ridendo e saltellando con il suo retino, Mario le tende le braccia e con un abbraccio tenerissimo la fa saltare in barca con un complice – Oplà-.
– Nina, adesso comincia il nostro giro magico nei canali della città .-
-Si papà, mi piace tanto, tanto, tanto venire in barca con te.-  Mario sorride contento.
Nina, si accomoda silenziosa e attenta a prua della barca, Mario sale a poppa, inforcola il remo e si va. Meglio usare i remi per non disturbare con il motore la quiete serale.
” Una feta de luna un fero de gondoa, se perde nel rio, sembra un zogo de sconte, de luna e de oci da drio i camini. Cara Venessia mia, te vogio confidar, te vogio confidar el mio segreto, el mio segreto”. Mario ripete dentro di sé un antico mantra musicale che sentiva suonare dal nonno materno, mente voga nei canali silenziosi.
Il suo segreto è un desiderio di amore eterno e continuativo, per Nina, sua moglie e la dolce creatura nel suo grembo, si augura duri a lungo, loro sono le sue certezze, il suo bene più prezioso da proteggere.
Mario guarda la figlia mentre gioca felice di fronte a lui.  Nina, con il suo retino raccoglie la luce delle finestre e dei lampioni riflessa nel canali e la lancia verso il cielo. Sembra una pescatrice di luce,  lancia la luce raccolta verso l’infinito, in modo che le stelle si illuminino ancora di più con i riflessi inviati, lei è felice e convinta di contribuire allo splendore delle stelle.
-Papà, voglio che le stelle brillino tutta la notte, hanno bisogno di luce.-
“La luce sia sempre in te mia piccola e amata  creatura.”  Dice Mario a se stesso, come in una preghiera silenziosa.
Lui voga sereno tra i canali, ama la sua città. Sente forte anche la malinconia della sua trasformazione, da città a enorme giostra consumata.
Con tutto se stesso, lui e sua moglie difendono ancora lo spazio di chi ci vive.
La barca leggera scivola, segue lentamente le gondole che incontra nel giro turistico serale senza sorpassarle, rispettando il loro ritmo. Finalmente arriva in Canal Grande e l’abbraccio dall’acqua, che lo sguardo coglie, lo commuove fino alle viscere dinnanzi alla bellezza dei palazzi illuminati e del silenzio che respira. Finalmente la città è tutta sua.
Nina è stanca, ha deposto il suo retino magico. Si stende sul ripiano di poppa, tocca il pantalone del padre, ancora intento a remare. Vuole un bacio e subito dopo si addormenta al ritmo del remo che fende le onde, come una nenia nel dondolio della barca.
Mario, arriva remando al Bacino S. Marco, la “feta de luna”  è alta e luminosa, si ferma a guardarla, aspira profondamente l’odore di salsedine, più intenso con la bassa marea. Si ferma alla punta della Dogana assorto nei suoi pensieri e accosta alla riva vicino alla basilica. A breve sua moglie finirà di lavorare, si incontreranno al pontile della Salute e torneranno a casa tutti e tre insieme.
Domenica gli amici hanno organizzato, una gita e un pranzo a S. Erasmo, l’isola degli orti della laguna. Faranno la spesa sull’isola, andranno tutti insieme, anche con Nina, per abituarla al rispetto e alla cultura delle tradizioni del loro territorio, convinti di farlo vivere anche attraverso piccoli gesti e insegnamenti. Nina conoscerà la bellezza della natura e la sua fragilità, poi le antiche arti, insieme all’amore per la sua città.
Mario fa salire la moglie in barca, Nina dorme serena tra le sue braccia, è ora di accendere il motore e di rientrare a casa velocemente.

Il loro letto diventa il rifugio del loro amore, così forte da rassicurare. Con la dolce sensazione che tutto vada per il meglio si addormentano abbracciati. La piccola pescatrice dorme serena nell’altra stanza che tra poco dovrà condividere con la sorellina o un fratellino, ancora non si sa.
Una pienezza di senso li pervade entrambi. Convinti, forse illusi, che l’amore possa essere l’unica cosa che possa avvicinare alla perfezione dell’esistenza. Come Venezia, venduta e sfruttata mille volte, ma ancora imperfettamente meravigliosa, con dentro loro e i loro figli. Per sempre.

Circolo16

 

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  1. Giancarla
    Originalità

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    Stile

    Idea originale . L ‘ acqua custode della luce come uno scrigno .Venezia custode dell ‘amore e dei silenzi ….

    7 anni fa
  2. Paola Miele
    Originalità

    Coinvolgimento

    Stile

    In questo racconto si respira la seduzione di un luogo inconsueto,magico,affascinante.
    Protagonista,assoluto,l’amore,in tutte le sue forme…

    7 anni fa
  3. Manuela Campalto
    Originalità

    Coinvolgimento

    Stile

    Nina che pesca luce e ne fa dono alle stelle è immagine di grande poesia. E’ una immagine che restituisce la magia di una Venezia raccontata fino all’eccesso, ma sempre capace di incantare quando la si riguarda nei suoi tratti più nascosti. Una famiglia che la abita come si abitavano una volta i luoghi, un silenzio ormai difficile da riascoltare, una bambina che ne coglie l’essenza più vera, e più fragile.
    Perchè Nina è Luciana, e Luciana è Nina. E loro sono la parte migliore di Venezia.

    7 anni fa
  4. Giampietro Vecchiato
    Originalità

    Coinvolgimento

    Stile

    Magica Venezia. Tutto assume un’altro respiro nelle sue notti di luna. E l’autrice ci e si coccola nel silenzio del suo grembo. Con amore.

    6 anni fa
  5. Piero Lucchi
    Originalità

    Coinvolgimento

    Stile

    Il senso della lettura è quello di trasmettere la vita. Una conoscenza più ampia, profonda, commossa delle vita, di persone vere o parzialmente (quasi completamente?) vere. E in ogni caso scoprendo un altro piccolo mondo ripensiamo e ritroviamo anche noi stessi, Il titolo, bellissimo, mette in primo piano la protagonista, una bambina dolce e affettuosa, nei suoi rapporti col padre, con la famiglia e con la città in cui vive. Questa dimensione diventa lo sfondo di una episodio familiare, semplice ma straordinario nella sua semplicità. Certo è una città in cui si vive, come qualsiasi altra; ma qui si passeggia in barca, si gioca a pescare con il retino. Una città speciale (ancora) viva, Dove la vita acquista una aura di fiabesco.

    6 anni fa
  6. Fil
    Originalità

    Coinvolgimento

    Stile

    Impareggiabile racconto di atmosfera.
    Venezia è anche questo.
    Leggendolo, viene voglia di tornarci.

    6 anni fa

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