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Attimi nascosti

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57037 Portoferraio Isola d'Elba (LI)
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Attimi nascosti

Portoferraio, Isola d’Elba (Li)

 
La spuma delle onde vivaci trasformava il traghetto in un nave volante, fluttuavamo nel bacio blu di cielo e mare. Era una giornata di sole, l’animo in tempesta cercava il calore della quiete. Quel giorno saremmo scesi a Rio Marina, gli altri borghi erano stati presi di mira dai turisti e per dormire avevamo trovato una sistemazione solo nell’entroterra. Il paesino ci diede il benvenuto, lungo le mura scatti seppia accompagnavano verso il centro. Profumo di caffè e brioche mescolati al tintinnio di piatti e tazzine mossi velocemente. I cuscini erano delle sedute semplici sul muretto che controllava le barche ormeggiate. Fu subito chiaro che senza un’automobile o, meglio una moto, non sarebbe stato possibile muoversi. I tornanti si arrampicavano lungo le collinette, l’odore di libertà e freschezza. Gli alberi verdi che si impattano nel turchese delle onde e quel sapore di selvatico che permea la terra. Animali liberi, grandi distese senza nulla tra un paesino e l’altro. Il respiro del mare e della natura. Semplice. Avevamo lasciato il centro di Rio nell’Elba, mi sembrava che fossimo saliti di chissà quanti metri, avevamo il monte che ci copriva le spalle e quasi ne ero delusa. Bramavo il mare. Ed era lì che mi aspettava, perché anche a Nisportino, in fondo ad una ripida passeggiata c’era una spiaggetta di sassi, una manciata di metri tra roccia e arbusti, dove le caprette scorrazzavano. A lato di una roccia, sulla battigia, un piccolo ristorante che aspirava al sofisticato.Tanti paesini e località diverse, tutti molto belli e con le loro particolarità. La gente è cordiale, con il sorriso contagioso. Incontriamo i paesaggi di Capoliveri, alcune delle coste di Porto Azzurro. Da nord a sud perlustriamo la parte più orientale, fino a spostarci verso il cuore dell’isola ed arrivare anche nella più viva Portoferraio. Cittadina bella, pulita e solare; abitanti disponibili e gentili. Di quel modo di fare un po’ alla mano, che mette a proprio agio. Le vetrine sono raffinate e moderne, gemme preziose, coralli, lino bianco e costumi importanti, si alternano tra le esclusive note profumate dell’acqua dell’Elba ed i prodotti artigiani. Il porto accoglie gli yacht di lusso così come le barche dei pescatori. Avvistati dei tavolini semplici, tovagliette a quadretti e cucina tradizionale, prezzi abbordabili ma con una gran fila di vestiti in pompa magna. Mi affido all’istinto. La cena è con il pesce fresco appena pescato e la schiaccia briaca dal rosso alchermes che nasconde pinoli e uvetta. Convivialità e simpatia, c’è lo spazio anche per due battute scherzose, un ambiente quasi familiare. L’isola, in fondo, non è poi così grande. Il borgo è dinamico e vivace, attraente a tutte le ore. Le strimpellate del complesso rock, presente in piazza, risuonano tra i passi e le voci allegre. Sotto un arco antico, vicino al porticciolo, tutti i giovani si sono riuniti. Un amaro, un sigaro, mentre nella brezza estiva si parla del vestito dell’amica, di muscoli e testosterone, o di qualche flirt non troppo segreto. Le stelle splendono veloci tra le scorribande stradali di cinghiali, ricci, scoiattoli e gatti selvatici che corrono da una parte all’altra dei boschi, noncuranti del modesto passaggio di auto. Il terrazzino mi attendeva, una sedia di plastica, la luna ed il riflesso sul mare. La buonanotte dovrebbe essere sempre così. L’indomani, le miniere di ferro sembravano aver ingrigito il cielo, forse si erano mangiate il sole e noi ne eravamo tutti un po’ arrugginiti. Nel pomeriggio, la pioggia viene scalzata dal cielo limpido. La mia anima si sintonizza finalmente sulle frequenze più calme e colorate di una parte dell’isola. Il giallo dei fiori del cactus, buganvillea rosse incorniciavano le facciate bianche, l’acqua turchese si stemperava in mille sfumature dalla trasparenza cristallina, all’azzurro più intenso. La rievocazione di Napoleone con i soldati nelle uniformi dell’epoca invase le piccole vie ciottolate. Vicino al castello, un sentiero porta alla vista più alta dell’isola. Tra muretti di case private e pezzi di storia, si percorre con agevolezza e semplicità il centro storico, ogni scorcio è uno spettacolo. Ogni dettaglio una meraviglia. Una stradina meno battuta rischiava quasi di passare inosservata, ma proprio per questo più interessante. Ed eccola lì la felicità. E’ così semplice: un po’ di sabbia bianca, la tranquillità dell’educazione e l’abbraccio del mediterraneo che in silenzio ci regala l’esclusiva. Anche l’aria sembrava diversa. Eppure, eravamo a pochi passi dalla vita mondana portoferraiese. Il sole scalda, soprattutto il cuore. La natura ti avvolge ed è in quel momento che si può trovare la calma anche con sé stessi. Forse non occorreva arrivare fin lì, poco importa: l’isola mi stava leccando le ferite e mi curava. Andava bene così. Una camminata, il giocare e raccogliere sassi di diversi colori e dimensioni, chiudi gli occhi e c’è l’azzurro. I pensieri li getti lontani, assieme alla pietra che rimbalza. Una capanna: legno bianco, tre ombrelloni che svettano tra gli scogli. Vino bianco per salutare il sole che si scioglie, un generoso piatto di paccheri all’astice. Arredi semplici, musica, candele e lo spettacolo senza eguali dello sconfinato blu.

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  1. la vale
    Originalità

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    Stile

    Un racconto fresco e libero come il mare

    6 anni fa
  2. komir
    Originalità

    Coinvolgimento

    Stile

    La magia dell’isola vista con altri occhi…meno mondani e più semplici…indirizzati alle emozioni vere.

    6 anni fa
  3. Filippo
    Originalità

    Coinvolgimento

    Stile

    :*

    6 anni fa
  4. Nazha
    Originalità

    Coinvolgimento

    Stile

    Originale

    6 anni fa

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