Storie di Città

Racconti e Poesie originali e geolocalizzati

  • Home
  • Pubblica e Geolocalizza le tue Opere
    • Regolamento
    • Invia la tua Opera
  • Accedi
  • Registrati
Menu
  • Home
  • Pubblica e Geolocalizza le tue Opere
    • Regolamento
    • Invia la tua Opera
  • Accedi
  • Registrati
  • Sfoglia Categorie
      • 683Poesie
      • 393Racconti
  • Chi siamo
  • Blog
  • Contattaci
Sulle corde dei Ritorni

Sulle corde dei Ritorni

88100 Spiaggia di Catanzaro Lido
Racconti Biografici Racconti
0 Reviews
Condividi

Condividi:

Condividi:

  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
Write a Review

Sulle corde dei Ritorni

Catanzaro Lido

La pelle, ultimo avamposto dell’interiorità di un individuo… Quello strato sottile che separa Noi dal Mondo Esterno, ciò che è Dentro da ciò che è Fuori e che pure rappresenta la zona di contatto con tutto ciò che è Oltre Noi.
Sento il mare sulla pelle, il Mio Mare … Quello che conosco da sempre e dentro cui ho nuotato sin da piccola. Ionio, è un nome strano, con una sola consonante e due vocali che si ripetono due volte. Se si leva la “N”, si legge Io, Io. È un mare con una forte personalità si potrebbe dire, dalle acque fresche e profonde, dal fondale irregolare che sa essere anche cristallino, fatto di gradini improvvisi e piccole sorprese. Rubo il mare ogni mattina, presto, e mi regalo la mia nuotata silenziosa. Solo il rumore delle bracciate e delle mani che fendono l’acqua. Mi piace che sia solo mio e di pochi altri, quelli che cercano il mare come me, senza chiasso intorno.
Unico motivo di apprensione, qualche medusa. Nuoto con gli occhialini e frugo il fondale con lo sguardo per evitare un’eventuale collisione. Spesso le vedo eleganti e trasparenti, la danza dei tentacoli che pompano per riportarle verso il largo, da dove son venute.
Oggi soffia il vento sul mio mare, e le correnti sono forti, l’acqua increspata diventa più blu in alcuni punti, laddove il vento passa la sua mano.
Inseguo con lo sguardo un’ombra azzurra che la corrente fa scivolare velocemente sull’acqua, ma gli occhi intercettano una sagoma sulla spiaggia. È un uomo, sembra anziano. Cerco di focalizzare lo sguardo sulla figura, mentre il sole mi batte sopra le ciglia.
L’uomo cammina lentamente sulla riva, seguito da un bambino. D’un tratto si ferma per aspettare il piccolo. Il bambino gli corre incontro per abbracciarlo. I due giocano e ridono. Si accorgono di me che li osservo, ma se ne infischiano beatamente e continuano a giocare.
Amo l’irriverenza dei vecchi e dei bambini, quella autentica “noncuranza” nel dire e nel fare le cose che passano per la mente, senza preoccuparsi di chi sta a guardare. È una forma di Assoluta “Libertà”. Ed io, di questa Parola, sono sempre stata innamorata.
Decido di fare un’altra nuotata, sto per alzarmi, ma vecchio e bambino mi vengono incontro.
Io, perplessa, li guardo. L’anziano signore, bello e dai modi cordiali, mi rivolge una domanda che trovo assurda e alla quale stento a dare risposta.
-Signora, lei lo vede il mare?
Non un: “Buon giorno”, non un: “Mi scusi”… Solo quella domanda inattesa che schiaffeggia il mio silenzio. Balbetto qualcosa:
-Mi perdoni, ma non capisco.
-Le ho chiesto se lei vede il mare.
Tutt’a un tratto credo di capire. Immagino sia una specie di scherzo per il piccolo spettatore che sembra divertito. Ma il vecchio continua:
-Mi perdoni. So di sembrarle strano, ma la domanda ha un senso. Glielo assicuro.
-Beh, dico, sì. Certo, lo vedo. Perché?
-Perché io ed il mio piccolo Jacopo volevamo essere certi di non sbagliarci.
-Sul mare?
-No, su di lei. Vede, Jacopo dice che se guardi troppo qualcosa, finisci per non vederla più. Ed io concordo. Abbiamo notato che lei fissava il mare da un po’, prima di guardare noi che correvamo sulla spiaggia.
-Oh, non volevo essere invadente, mi spiace. È solo che mi capita spesso di osservare quel che ho intorno. E il mare, lo vedo. Non lo perdo mai di vista. Mi creda.
Il vecchio mi scruta. E poi annuisce. L’ho convinto, pare. Si siede accanto a me, senza chiedermi il permesso, mentre il bimbo si dirige verso le onde e ne segue l’orlo che si disegna sulla riva.
-Io sono Bertrand, piacere.
-Lara, dico. Bertrand non è un nome italiano.
-Italo francese, mamma italiana, padre francese. Io viaggio fra i due paesi da sempre. L’estate per me è qui. Lo è sempre stata sin da quando ero piccolo. Non saprei immaginarla senza questo azzurro. E lei, è qui in vacanza?
-Io qui ci abito.
-Deve essere bello vedere in azzurro anche l’inverno.
-Certo. Il mare va sempre bene.
-Il mare è sempre in fuga, ma finisce poi, per tornare. Ci ha mai fatto caso?
-Veramente no.
-Eppure lo è. Pensi alle onde, il mare è fatto di onde che arrivano sulla spiaggia, si ritirano e poi tornano… e così all’infinito. Credo che sia questa la ragione per cui il mare piaccia a chi ama andarsene e tornare. Lei che ci abita, ad esempio, da cosa fugge e a cosa ritorna?
– Da nulla. Non ho ragioni da lasciare e a cui fare ritorno.
-Ce l’abbiamo tutti una ragione per farlo, mi creda. Le sembrò indiscreto, lo so. Ma non lo sono. Sono solo vecchio e ho tutta l’impertinenza della mia età. E quando vedo una giovane donna che guarda il mare mi chiedo da cosa stia fuggendo. È più forte di me!
Sorride.
Lo guardo, ha un bel volto pieno di esperienza.
-… A pensarci, forse una fuga c’è.
-Ecco, lo sapevo!
-Forse sto fuggendo dalla perdita dei ricordi.
-Ha problemi di memoria?
-Io no.
– Che lavoro fa lei?
-Mi occupo di ricordi, dei ricordi degli altri per l’esattezza, rispondo e stavolta sorrido io.
-Cioè?
-Cioè lavoro con anziani in difficoltà. Sono operatrice in una clinica per persone affette da demenza senile.
-Ah, ora mi è chiaro! Un lavoro impegnativo, immagino.
-Sì, ma soprattutto un lavoro che mi piace e che ho scelto. Ora non pensi che io sia una di quelle persone che pensano al proprio lavoro come una sorta di “missione”, no. Il mio è prima di tutto un lavoro regolarmente retribuito. Una professione.
-Perché l’ha scelto?
-Perché mi trovo a mio agio, le sembrerà strano ma stare con qualcuno che ha molto più Passato di te, anche se ne ricorda dei frammenti, è utilissimo. Apre una prospettiva diversa sulla vita e sulle cose. Ogni giorno ascoltiamo musica, eseguiamo esercizi e percorsi che mirano a stimolare delle risposte in persone che sembrano essersi allontanate dalla radice dei loro pensieri. In realtà non è proprio così. Alcuni dei pazienti che seguo hanno più vitalità di quanto si possa immaginare. Quando cantiamo le loro canzoni, ad esempio, ritrovano l’ entusiasmo. È come se comunicassero direttamente attraverso la loro sfera emotiva, senza filtri razionali, senza difese. Ascoltano ed interagiscono se tocchi le corde giuste, se individui ciò che più li riporta a casa.
-Capisco. È un ritorno. È più o meno il motivo per cui io ho scelto la musica. Sentirmi sempre a casa. Andare e tornare, sa. Come il mare.
-Che strumento suona?
-Il pianoforte. Anche il piano è un ritorno. È uno strumento a corde, le corde vibrano ma poi tornano al punto iniziale, fermandosi. Lo sto insegnando al mio nipotino, Jacopo.
-Perché l’ha scelto?
-Il piano? Per ingannare il colore, credo. Solo bianco e nero. Due estremi.
-Sul serio?
-Certo. È stata una delle ragioni. Vede, mi piaceva l’idea di poter separare i suoni in maniera definita: i toni bianchi, i semitoni neri.
-Ama gli steccati? … Separare le cose?
-No. Semplicemente ci sono cose che devono avere un loro posto. In questo caso lo hanno trovato in due “non-colori”…
Sa, in realtà la musica fa questo, dà un posto alle cose, un ordine. Ordina i suoni e i silenzi, ad esempio, un po’ come il mare con la risacca: il suono dell’onda che si infrange, si ritira, c’è poi un istante di silenzio, prima di ricominciare.
È la melodia dei “continui ritorni”. Anche in musica ci sono i continui ritorni, un’equilibrata alternanza di suoni e silenzi e di nuovo suoni…
-Ma il mare ha una melodia che si ripete all’infinito, mentre una partitura, prima o poi, arriva ad una conclusione, no?
-Sì, anche se forse il punto è solo un’illusione, o meglio, una convenzione, un tacito accordo fra musicista e melodia perché nessuno potrebbe suonare all’infinito. Sa cosa penso? Che con un mare così si potrebbe pensare ad un concerto.
Concerto per mare e pianoforte: partitura per lo Ionio. Le piace?
-Molto. La faremo ascoltare ai miei pazienti. Loro capiscono il mare, perché conoscono il Ritorno, e tornano ogni volta che riconoscono un pezzettino di sé in una musica, no? Evidentemente mare, musica e ritorno sono argomenti familiari anche ai Miei Vecchi.
-Credo proprio di sì. È stato un piacere conoscerla, Lara.
Bertrand si alza con l’elasticità di un ventenne. Ha i capelli folti bianchi e li porta sul collo, come un ragazzo. Lo guardo e penso che anche lui abbia una forte personalità come il mio mare. Mi saluta e si avvia verso la riva per riprendere il suo Jacopo. Prima di allontanarsi definitivamente si volta, mi guarda dentro gli occhi e mi dice:
-Sa una cosa? Lei guarda il mare come chi aspetta, non come chi torna. Credo di essermi sbagliato prima, le ho chiesto da cosa fuggiva, avrei dovuto chiederle che cosa aspettava.
Lei Lara, è il tipo di persona che trova ragione nell’attesa. Non ha bisogno di muoversi. Ci rivedremo quindi. Io tornerò e lei sarà qui.
Non dico niente, perché Bertrand ha ragione. Penso che sia sempre più simile allo Ionio, ha i suoi stessi gradini scoscesi, quelli che ti tendono un piccolo agguato mentre cammini tranquilla, credendo di conoscere il fondale.

 

Ora invia una Recensione

Annulla risposta

Altre Storie in Zona

    Sulle corde dei Ritorni

    Silvana

    Profilo dell'Autore

    Visualizzazioni

    432

    Sei un Autore?

    Autore

    Unisciti al nostro Progetto!

    Registrati su Storie di Città. Potrai pubblicare e geolocalizzare le tue opere, lasciarle impresse in un luogo, farle leggere a migliaia di lettori e potrai promuovere gratuitamente i tuoi libri!

    Registrati Ora

    STORIEDICITTA.IT

    "Dedicato a tutti coloro che conoscono l'arte dello scrivere, a chi ama viaggiare, ma soprattutto a tutti quelli che hanno sete di leggere!"

    Il Team di Storiedicitta.it

    www.storiedicitta.it

    Storie di Città

    • Condizioni d’uso
    • F.A.Q.
    • Privacy Policy
    • Pubblicità
    • Contattaci

    Link interessanti

    • Bookabook
    • Eppela
    • Amazon Libri
    • Scuola Holden
    • Salute Privata
    Copyright Storie di Città - storiedicitta.it © 2019 Tutti i Diritti Riservati
    • facebook
    • twitter
    • google
    Copy Protected by Chetan's WP-Copyprotect.

    Login

    Register |  Lost your password?