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Notti di sogni e di coppe di campioni

Notti di sogni e di coppe di campioni

Viale dello Stadio Olimpico
00135 Roma Stadio Olimpico
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Notti di sogni e di coppe di campioni

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Roma 30 maggio 1984 – stadio Olimpico ore 20.15

Tutto comincia 17 giorni prima, al termine della partita Roma-Verona, ultima giornata di un campionato che la ”Maggica” ha giocato con lo scudetto al petto dopo 41 anni.
Uscendo dallo stadio alle 17:45 noto un capannello di gente accalcata davanti ai botteghini della curva sud e scorgo un mio amico dal quale apprendo che la mattina successiva avrebbero messo in vendita i biglietti per la finale di Coppa dei Campioni. Il pensiero si è allora materializzato: torno a casa, avverto i miei genitori, telefono a qualche amico (di quelli che riesco a trovare in casa) e rintraccio mio cugino, alle 21:00 sono in fila allo stadio con il mio fedele amico e compagno di tante partite; ero riuscito a rintracciarlo, sapevo sempre dove trovarlo.
La notte la passiamo davanti ai botteghini (all’epoca non temevo sciatica e mal di schiena, avevo 19 anni), alle 9:30 del mattino, la calca che si è formata è ormai opprimente, i botteghini aprono ed io mi ritrovo a scavalcare nello stadio per poter tornarmene a casa poiché tanta era la ressa che si era formata alle nostre spalle che non era più possibile tornare indietro, perfino le forze dell’ordine ci aiutano ad entrare nello stadio…..ma che te lo racconto a fare a te che compri tutto on-line, come posso trasmetterti la gioia che ho provato quando mi sono ritrovato in mano n.2 meravigliosi agognati biglietti + i n.2 biglietti del mio fedele compagno, in tutto n.4 splendidi biglietti di curva sud per la partita ROMA- LIVERPOOL , finale della Coppa dei Campioni, edizione 1983-84.
Ma torniamo a quel 30 maggio.
Era stato deciso che i cancelli per l’accesso allo stadio dovessero aprire alle 12:30 (orario di inizio 20:15) per quelli che oggi chiamiamo i “problemi di ordine pubblico”, e che all’epoca erano problemi di afflusso dei tifosi, dopo i disordini che si erano verificati durante la vendita dei biglietti; di buon mattino preparo il mio zainetto da stadio (con pranzo e cena), la sciarpa giallo-rossa a righe orizzontali lavorata ai ferri da mia madre, la bandiera rigorosamente artigianale e a bordo della gloriosa Fiat 126 bianca, alle ore 12:10, passo a prendere gli altri tre fedelissimi tifosi della “maggica”.
Alle 13:00 circa varchiamo i cancelli e spavaldi e pieni di noi, come solo i tifosi sanno essere il giorno della partita, prendiamo fieri i nostri posti in curva sud allo stadio Olimpico (ancora scoperto!): mancano soltanto 7 ore all’inizio della partita.
Mano a mano che il tempo passa lo stadio comincia a popolarsi e riempire i suoi spazi; alle ore 15:00 cominciano i primi cori di incoraggiamento con l’unico intento (forse mai raggiunto) di intimorire i sudditi di Albione che però, ancora, non sono entrati; diciamo quindi che alle ore 15:00 sono iniziate le prime prove dei cori, appunto da stadio.
Alle ore 18:00 l’Olimpico di Roma è quasi pieno; qualche spicchio da colmare nella tribuna Tevere e nella tribuna Monte Mario oltre a tutta la curva nord riservata ai sostenitori inglesi, se ci fossero stati i cugini al loro posto avremmo pensato di farcela ma in questo caso la tensione invadeva prepotente i nostri cuori e l’adrenalina iniziava inesorabile a salire: l’attesa dell’evento cresceva così come le palpitazioni di noi tifosi.
Passa poco tempo ed eccolo…un fiume di gente con magliette rosse comincia ad occupare le gradinate al coro di “You’ll never walk alone”: da far sentire i brividi!
Il resto dello stadio risponde con incitamenti per la “Maggica” (più o meno quelli che avevamo provato per ore in precedenza) insieme ad un coro assordante di fischi verso anzi, diciamolo, contro, ma proprio contro, i rivali.
Lo stadio risuona  di cori sempre con l’intento di intimorire l’avversario…o forse di farci reciprocamente coraggio per credere che davvero stavamo per assistere all’evento memorabile che si stava per verificare; tenete conto che le zebre non avevano ancora vinto una Coppa dei Campioni, qui stava anche la magia della serata!
Ma, attenzione, eccole, le squadre fanno il loro ingresso in campo: è tutto uno sventolio di bandiere, sciarpe, persone in delirio, fumogeni e caos di quello che ti rimane dentro, per sempre.
Alle 20.15 il signor Erik Fredriksson fischia il calcio d’inizio della partita.
Il resto è storia.
Nella vita si vince, si perde, si gioisce e ci si dispera ma il sogno rimane dentro indelebile.

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  1. Massimo
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    Grazie per avermi fatto rivivere quei momenti!

    7 anni fa
  2. calimero
    Originalità

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    Storia molto interessante , di un Ferroviere quasi in pensione.
    Commovente anche se purtroppo questa squadra ottiene sempre lo stesso risultato.

    7 anni fa
  3. Fabio
    Originalità

    Coinvolgimento

    Stile

    Mi hai fatto rivivere ciò che molti mai vivranno……grazie margabal

    7 anni fa
  4. vxelia
    Originalità

    Coinvolgimento

    Stile

    Non sono tifosa ma posso capire

    7 anni fa
  5. alida2
    Originalità

    Coinvolgimento

    Stile

    M A G G G G (non sono mai troppe!) I C A

    7 anni fa

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