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Il matrimonio di Claudio

Il matrimonio di Claudio

00068 Rignano Flaminio (Roma)
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Il matrimonio di Claudio

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Claudio Baldini aveva conosciuto Milena quando lavorava come  fattorino per una ditta  di mangime per animali. Allora viveva ancora con i suoi: contribuiva a pagare metà dell’affitto e adoperava il resto dei soldi per una birra con gli amici. La sua vita era noiosa, addirittura insignificante, prima di conoscere Milena. Lei era stata la cosiddetta ventata d’aria fresca, qualcosa di assolutamente inatteso che aveva stravolto tutti i suoi piani.

Allora Claudio, che aveva appena compiuto trentadue anni, era stato  già con altre due ragazze. La prima risaliva addirittura al tempo delle medie. Aveva delle deliziose efelidi rossastre e adesso era sposata  con un tipo burbero che vendeva stufe elettriche in un piccolo negozio di elettrodomestici giù in paese. Claudio c’era anche andato, una volta, ma non aveva comprato niente. Aveva fatto solo un giro e visionato velocemente  qualche articolo, ma di lei nessuna traccia. C’era solo suo marito, che  l’aveva guardato storto  quando era uscito  a mani vuote. Claudio ricordava ancora tutte le piccole cose che c’erano state fra di loro, quei segreti da non rivelare a nessuno. Anche se non sapeva  classificarli per valore, ne aveva  ancora l’esatta  percezione.

Quella mattina aveva pensato proprio a lei, girando per la casa vuota.  Poi aveva preparato il pranzo -delle lasagne comprate in rosticceria il giorno prima- e mentre cuocevano aveva sbrigato un po’ di  faccende: aveva  lavato il pavimento, spolverato i mobili della sala e poi aveva acceso la radio, un impianto  costato duemila  euro ricevuto per il matrimonio, e quindi aveva ballato un po’ al suono di  Romeo e Giuliet, dei  Dire Straits.  Dopodiché era andato in camera da letto, una cosa che faceva spesso. Aveva aperto il cassetto di Milena e aveva respirato il profumo della sua biancheria -sarebbe passata a prenderla quel pomeriggio stesso. Infine, aveva rovistato un po’ tra le sue cose, alla ricerca inconsapevole di qualche indizio.  C’erano ancora un paio  di mutande  che gli aveva regalato per loro primo l’anniversario. Poi si era sdraiato sul letto e aveva pianto un pò.

Sua madre aveva telefonato all’ora di pranzo. Avevano parlato del più e del meno, poi lui le aveva detto che non sarebbe passato per la cena.  Dopo era sceso in garage e aveva armeggiato con la canna da pesca fingendo di prendere un pesce immaginario; quindi aveva annaffiato  perbene il giardino e strappato le erbacce che invadevano il vialetto. Non gli andava, di  andare dai suoi. Era stufo di   sviare tutto il tempo le loro stupide domande o fingere di prendere per buoni inutili consigli riguardo il suo  futuro. Ne aveva ascoltati già troppi, di consigli. Il futuro era per  gente che aveva prospettive, una vita piacevole. Era rappresentato da cose da ottenere insieme, da piccoli traguardi quotidiani. A trentasei anni Claudio era stanco di tutte le menzogne che i suoi gli avevano raccontato. Ora che le cose per lui non avevano  più alcun valore, aveva scoperto che era perfino facile fregarsene delle chiacchiere della gente. Era tutto compreso nel pacchetto  di cose andate nel modo in cui dovevano andare. Non valeva la pena disperarsi alla ricerca di una spiegazione.

I ragazzi stavano da lui due giorni alla settimana. Quando capitava Claudio si metteva ai fornelli e cucinava sempre qualcosa di speciale. L’ultima volta aveva fatto una torta allo yogurt utilizzando  le fragole che aveva raccolto il giorno prima  nel piccolo boschetto dietro  casa. Chissà cosa avrebbe pensato Milena se l’avesse visto alle prese con i fornelli.

Quando i bambini stavano da lei invece affittava un film. Adorava i thriller- ne vedeva anche  due o tre al giorno- ma adesso che erano arrivate le belle giornate  rimaneva volentieri a leggere un libro sulla veranda.  La mattina  camminava fino al parco, prendendo il sentiero che passava dietro casa,  poi, spesso faceva un salto all’edicola, dove comprava La Gazzetta dello Sport. Quindi andava al supermercato e ritornava a casa per il pranzo.

Il pomeriggio rimaneva spesso a giocare a biliardo  fino all’ora della cena. Stava pensando  perfino di iscriversi a un torneo di stecca. Sarebbe stato bello vincere un trofeo da mettere su un mobile in salotto in modo che tutti  potessero  vederlo. Ricordava ancora il giorno in cui Facchini aveva vinto il torneo di tiro a piattello  e li aveva invitati a pranzo, lui e Milena. Quella volta avevano festeggiato con la torta di  mele che aveva preparato sua moglie e avevano parlato  di  rifare il vialetto e dei ragazzi. Allora Claudio aveva pensato che fosse ridicolo tutto quell’entusiasmo per un trofeo di poco conto,  ma adesso, per qualche assurda ragione, era come se ne comprendesse per la prima volta l’esatto significato.

Ultimamente gli capitava di pensare spesso a quando era ragazzo. Ricordava che a vent’anni aveva scritto un racconto che era stato pubblicato su un piccolo giornale locale. Niente di eccezionale, ma all’epoca aveva riscosso un certo successo e la gente si era complimentata a lungo con lui incontrandolo per  strada. Allora gli aveva fatto una strana sensazione. Aveva perfino sfiorato l’idea di poter fare lo scrittore, un giorno o l’altro. Poi era arrivato quel posto all’assicurazione. La vita di chi ha il portafogli pieno è più interessante di quella dei poveracci che tirano la cinghia per arrivare alla fine del mese, gli aveva ripetuto suo padre. La sua preoccupazione maggiore era che non diventasse un fallito come  tutti quelli della sua generazione.  Suo padre aveva un’idea tutta pratica della vita, insomma, e Claudio  aveva sempre avuto le idee troppo confuse, per controbattere il suo rigido codice morale. Tutto ciò che gli aveva insegnato il suo vecchio, ora che ci pensava, si limitava nel tenere la bocca chiusa. Sembrava tutto più semplice, se nessuno ne parlava. Era un uomo che non voleva alcun  tipo di problema, e Claudio aveva sempre affrontato tutto a modo suo, anche perché suo padre non si sarebbe mai accorto di nulla. Anche adesso che tutto andava a rotoli sembrava che nessuno si fosse accorto di nulla.

Oggi Claudio non è andato a lavorare.  Sta seduto in giardino e  si trastulla guardando le macchine che passano sulla strada. Milena è venuta questa mattina a prendere le ultime cose da portare  via. C’era anche la  lampada  orientale che avevano comprato durante la  loro invidiabile luna di miele in Marocco. Claudio si  gira a guardare la casa vuota. I bambini sono a scuola.

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