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Vite in uno sguardo

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84010 Ravello (SA)
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Vite in uno sguardo

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Martina in tutta la sua vita aveva avuto solo due amici con i quali confidarsi: il suo diario e Marina.
Purtroppo la vita aveva allontanato la sua amica e non le era rimasto che il suo diario.
Con la mano tremante Martina cominciò a scrivere:
-Caro diario, oggi sono una donna di trent’anni ma quando il destino iniziò a tessere la trama della vicenda che desidero confidarti, ne avevo venti.
Era estate e come ogni anno in una cittadina, vicina alla città in cui abitavo, si stava svolgendo un festival di musica classica.
Alessio, il mio fidanzato, mi invitò ad una serata del festival, durante la quale a dirigere l’orchestra ci sarebbe stato un famoso maestro, che Alessio ammirava tantissimo. Accettai molto volentieri perché ero sempre felice dei momenti che potevamo trascorrere insieme.
Il concerto fu bellissimo e il maestro diresse l’orchestra in modo superbo. Alla fine del concerto prendemmo parte con altre persone ad una cena in suo onore. Al termine della cena, il maestro che possedeva anche la qualità di essere un discreto tenore, volle esibirsi in una famosa canzone italiana. E fu, allora, mentre la sua voce stupenda si impadroniva dell’aria, che il mio sguardo si fissò nel suo e i miei occhi si persero nei suoi occhi meravigliosi, profondi e ammaliatori di uomo orientale. Ma non accadde null’ altro. Finita la serata, Alessio mi riaccompagnò a casa e la vita continuò normalmente. Ogni tanto, però, mi sorprendevo a pensare intensamente a quegli occhi.
Ne parlai con Marina e lei mi rassicurò dicendo che qualsiasi donna sarebbe rimasta stregata da un uomo simile e che presto l’ effetto dell’ “incantesimo” sarebbe svanito. E così fu perché, come già previsto, dopo un anno circa mi sposai con Alessio. Trascorsero così due anni molto belli. Io e mio marito ci amavamo molto, nonostante avessimo saputo che sarebbe stato difficile avere bambini.
Una sera che ero seduta sotto il porticato cercando di vincere l’afa estiva, mi raggiunse Alessio, tutto felice: “Amore, domani sera fatti trovare pronta alle sette. Ti farò una grande sorpresa”.
Non cercai di scoprire di cosa si trattasse perché amavo le sorprese. Ma quella che mi aveva preparato mio marito, inconsapevolmente, mi fece provare l’ emozione più forte della mia vita. Eravamo giunti da poco a casa del direttore del conservatorio della città in cui abitavamo, nostro amico, quando fu introdotto l’ospite d’onore.
La prima cosa a colpirmi furono quegli occhi meravigliosi, profondi e ammaliatori di uomo orientale che anni prima mi avevano stregata. Trovandomi dinanzi Manuel, in un attimo capii che non lo avevo dimenticato.
E non ho mai saputo definire a parole ciò che provai quando, dopo le inevitabili presentazioni e la conversazione d’ obbligo, mi chiese di concedergli  un ballo, il più lungo e il più breve che mi fosse mai capitato. Non vedevo l’ora di staccarmi da lui per paura che gli altri e lui stesso capissero quello che provavo, ma allo stesso tempo  volevo prolungare quegli attimi  in cui potevo stare tra le sue braccia senza destare sospetti.
Il mattino seguente mi svegliai molto tardi e la prima cosa che vidi fu un enorme fascio di rose rosse. Il mio pensiero andò ad Alessio e subito aprii il biglietto  che accompagnava i fiori. Le parole piene d’amore e di passione che vi erano scritte non erano di mio marito ma di Manuel. Rilessi il biglietto con incredulità . Ero confusa, non sapevo cosa pensare e cosa fare sennonché ad un tratto si impadronì di me  il desiderio di correre da lui. Seppure i sensi di colpa affiorassero me ne dimenticai completamente quando mi ritrovai da sola con Manuel nella sua suite.
Fu quella la prima e unica volta in cui facemmo l’amore. E ci amammo con una passione e un desiderio travolgenti e intrisi di dolcezza allo stesso tempo.
Da quell’amore nacque una bambina, Alba, che ha unito per sempre con il suo amore Alessio e me. Nessuno ha mai sospettato la verità e nessuno mai intuirà la tempesta che si scatena nel mio animo allorquando, fissando gli occhi di mia figlia, ritrovo lo sguardo di Manuel.
Talvolta, guardando il cielo stellato, scorgo due stelle più luminose e mi sorprendo di essere convinta che Manuel sia stato chiamato in cielo perché potesse illuminare la notte con le stelle dei suoi occhi-.
Martina ripose al sicuro il diario e con esso quell’ episodio del passato e si avviò, sorridendo, verso il futuro che l’attendeva.


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