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Quell’esame non si doveva fare!?

Quell’esame non si doveva fare!?

05018 Orvieto (TR) loc. Fossatello
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Quell’esame non si doveva fare!?

visita su Google street view  


Vi racconto la storia del mio esame di ammissione alla scuola media.
Ebbene non sono più una ragazzina! E per darvi un’idea più precisa vi basti pensare che quando ho finito le elementari io bisognava fare un esame, oltre a quello di quinta elementare, per poter accedere alla scuola media.
Senza superare l’esame di ammissione ci si poteva iscrivere soltanto all’avviamento professionale per imparare un mestiere, solo dopo la riforma dei primi anni sessanta fu istituita la scuola media unificata e scomparvero sia l’esame di ammissione che l’avviamento professionale
Il mio esame di amissione alla scuola media fu rocambolesco, avventuroso e una grande lezione di vita: non arrendersi mai!
Io sono figlia di contadini, sono nata nella campagna umbra, precisamente a circa 20 chilometri da Orvieto (loc Fossatello vocabolo Decugnano 1) e a Giugno non feci l’esame perché nelle scuole di campagna che frequentavo, per intenderci quelle nelle quali la stessa maestra, nella stessa aula insegnava contemporaneamente a bambini di terza, quarta e quinta elementare, non era proprio previsto!
Tutti terminavano con la quinta elementare, qualcuno aveva già lasciato in terza, nessuno si iscriveva alle medie e perciò era inutile organizzare questo esame aggiuntivo! Anche per me e mio fratello più piccolo nessuno avrebbe pensato che sarebbe stato diverso, come diverso non fu per i miei compagni di quinta né per i miei cugini, poco più grandi e poco più piccoli di me e cresciuti nella stessa grande famiglia.
La differenza la fecero i miei genitori che erano dei modesti contadini ma lungimiranti, aperti mentalmente e avanti anni luce rispetto all’epoca; essi decisero che i loro figli, sia pur con immensi sacrifici economici ed organizzativi, avrebbero dovuto avere la possibilità di studiare!
Il mio babbo, un gran zuccone determinato, spronato e sostenuto dalla mamma altrettanto testarda nell’ottenere ciò che riteneva giusto, con l’aiuto ed i consigli della maestra mi iscrisse comunque, fuori tempo massimo, all’esame di ammissione alla scuola media ed ottenne che potessi sostenerlo in città, a Settembre insieme ai rimandati di Giugno.
Io ero molto felice perché studiare mi piaceva molto ma, evidentemente, come da manzoniana memoria, forse “quest’esame non s’ha da fare” perché a Settembre mi ammalai di orecchioni (oggi non succede quasi più perché ora esiste un vaccino e molti bambini vengono vaccinati) e non potei andare ad Orvieto per sostenere l’esame.
Io stavo per rassegnarmi a seguire il destino di tutti i miei compagni e cugini ma non il babbo e la mamma. Non so come ma il babbo con la sua determinazione e la sua insistenza (si recò più di una volta ad Orvieto) ottenne che, una volta guarita, potessi sostenere l’esame in una sessione speciale solo per me!
Il giorno previsto per l’esame non c’era la corriera dal mio paesello per la città (c’era solo due volte a settimana) perciò andammo a piedi, una quindicina di km + quindici per il ritorno (non lo so precisamente perché a piedi, attraversando il bosco e i campi il percorso era più breve di quello della corriera).
Forse il mio babbo grato e felice perché aveva ottenuto di farmi fare l’esame, non osò chiedere di spostarlo nel giorno della corriera ma, per non farmi stancare troppo dato che ero ancora convalescente dagli orecchioni, mi accompagnò con l’asino di famiglia.
Per farla breve sostenni il mio esame d’ammissione alle scuole medie così:
– dopo un viaggio all’alba di circa quindici km, in parte a piedi e in gran parte in groppa all’asino;
– io sola in un’ aula con il direttore della scuola e due maestri o professori;
– non avevo mai visto la scuola, l’aula e tantomeno il direttore e gli esaminatori;
– nella stessa mattinata: scritto di italiano, scritto di matematica e tutti gli orali previsti che mi pare di ricordare fossero cinque.
I voti: tutti 7 ed un 6, mi mancò 1 punto per richiedere la borsa di studio, che sarebbe stata molto utile economicamente ma avevamo vinto comunque perché finalmente potevo essere iscritta e frequentare la scuola media come tanti altri bambini.
Sicuramente altri tempi dove per raggiungere un sogno e, in quel luogo in quegli anni, per un contadino volere che la propria figlia (femmina, particolare non trascurabile nella seconda metà degli anni 50 del secolo scorso) avesse la possibilità di studiare era un sogno; per raggiungere quel sogno non ci si arrendeva alla prima difficoltà e neanche alla seconda o alla terza! Ci fosse stata una quarta difficoltà sono sicura che il mio babbo avrebbe cercato di superare anche quella!
Grazie babbo e mamma!
P.S.
All’inizio della storia clicca su Google street view: Si vede, tra i campi quello che sembra un casale ma in realtà è la Chiesa della Madonna del Fossatello, neanche si nota essere una chiesa, ma si vede bene, su due piani, la mia scuola elementare come era allora e come appare anche oggi – su quel muro è idealmente   “scritta” la mia storia.

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