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Una tequila allo stipite del bar

Una tequila allo stipite del bar

Corso Martiri della Libertà
25018 Montichiari
Emozioni Racconti
15 Reviews
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Una tequila allo stipite del bar

visita su Google street view     Corso Martiri della Libertà, Montichiari (BS) /button>

 

Dopo cena Lui e Lei, amici di amici, si fermano in bottega per un digestivo. Il proprietario, appoggiato all’ingresso del bar, fuma una sigaretta; li saluta un po’ stanco e i due si fermano a fare due chiacchiere. Lui chiede da bere, Lei saluta e il barista chiede “E tu quando ti sposi?”
È la terza persona che senza nesso le pone questa domanda…Lei non capisce tutta questa fretta che implicitamente respira nel quesito, neanche fosse fidanzata da secoli!
Cosa legittima una domanda tanto indisponente quanto inappropriata? L’età di Lei? O la legittimazione è forse da attribuire al cliché del porla ad una cattolica cristiana innamorata?
Lei, dopo che ai primi due ficcanaso aveva risposto un sinfonico no no fingendo di trovare la domanda pertinente, risponde evidenziando lo stupore e dichiarando con tutta onestà di esser ben lontana dal sentirsi pronta a tale condivisione di se stessa.
Arriva lo shottino di tequila, al momento giusto direi, se non fosse per il brindisi che lo segue “cin cin alla paura di condividere se stessi” e zac giù la ghigliottina “devi mostrarti per quella che sei in una relazione, non puoi aver paura di condividerti” … che fare quindi? Giù a boom lo shottino!
Vi aspettereste voi, invece no!!!
Ma proprio no!!!
Che Principe di Machiavelli è mai questo!!! Pensa Lei sempre più alienata dalla conversazione univoca del barista.
Precetti sparati come sentenze di chi la vita la vive nel suo castelletto e gli effetti delle sue parole sono di pertinenza altrui!
Insomma la tequila a questo punto va sorseggiata perché la stronzata potesse esser digerita come tale e non incassata come si incassano certe sfighe senza casualità apparente.
Non ti puoi alzare a mezzogiorno se hai un regno da governare, principe caro c’è da lavorare per far funzionare le cose e non puoi aspettarti un regno prospero se tu per primo non ottieni la fiducia del tuo popolo (Perdonate il riferimento letterario che pare poco calzante, ma tali espressioni di superficialità in uomini maturi, e parlo di età, non può non richiamare quell’aristocrazia, recidiva nel suo orticello, che calpesta diritti e doveri altrui anche se in questo caso si parla di diritti e doveri dell’anima)
Ma la chicca del retrogrado pensiero arriva poi: “allora quando iniziamo a lavorare su questa tua incapacità di essere pronta ad una storia? Hai una certa età!”
Lei sempre più esterrefatta si bagna le labbra con il bicchiere e appoggiata allo stipite opposto arranca in poche parole sconnesse una risposta che devia l’attenzione dell’austero barista verso l’amico perché proprio non riesce ad intavolare un discorso! Il tentativo è quindi, solo quello di stemperare l’informulabile dissenso per tali bigottismi fugati in saccenti domande mere a se stesse!
Ma quale sarebbe stato il discorso di Lei?
Io lo voglio sapere! Quindi ora, munita di pazienza, mi addentro in Lei.
Per estrapolare il pensiero ci vogliono un paio d’ore di rimugino e un oky che conceda alla mente di fruire libera tra i cassetti del passato senza fermarsi alla soglia, per il dolore delle meningi spremute. Gli interrogativi di riflessione sono in primis volti a ricercare davvero quanto suggerito e alluso dal provocatore, cioè la fonte del problema d’immaturità dentro se stessa, che la portano a non essere idonea e meritevole di una relazione. Poi, Deo grazia! Una vocina, esaurita da queste imperterrite ricadute nell’autolesionismo, le urla “ma che dici!! Ti senti?! Smettila” E li freno a mano, inversione a U e repentina fuga da quel tragitto ormai automatico con destinazione non paradiso ma paradossale inadeguatezza. Ecco quindi che il navigatore porta i neuroni a illuminare una via esistente ma inesplorata dei meandri del pensiero sviluppati nell’area esperienziale ma mai consapevolmente: la tratta delle Americhe!

Segui con attenzione le indicazioni perché la via di questo pensiero è annidata in un labirinto, prepara la matassa e impavido addentrati Perseo nella metafora dove il contenuto diventa il contenitore per raffigurare anche in modo forte e concreto ciò che abbiamo dentro, che tutti direbbero intangibile, ma di fatto e ribadisco di fatto viene toccata e maltrattata da cani e porci: l’anima!

Immagina una giovane ragazza nuda, ingenua, spontanea e senza paura di mostrarsi che prende in modo naturale la mano del ragazzo che la notte prima dopo anni di attesa, l’aveva baciata ma lui la mano gliela lascia e toc la porta si chiude lasciando quel corpo nudo al buio con la mano vuota a sentire il freddo.
Immagina di nuovo questa ragazza di qualche anno più grande, non più così nuda, un po’ meno spontanea e con la paura di mostrare alcuni lati di se. Riapre la porta di quella stanza e vi entra lasciando entrare la luce, il velo censore a poco a poco scivola sulla sua pelle e lei torna nuda e…ancora sbam!! Lui che aveva conquistato quella timida fiducia, se ne va sbattendo la porta dietro di se, nella stanza torna il freddo.
Ora
Immaginala di nuovo e di nuovo e poi ancora e ancora dove l’ingenuità diviene timida fiducia, vago sospetto, ragionevole dubbio, sfiducia e infine insicurezza. Cosa succede alla stanza dopo tanto mutare della donna? Beh la stanza le sembra ogni volta meno fredda perché lei è sempre più coperta: sempre più veli coprono il suo corpo sempre meno esposto.
Sei dentro a questa visione? Ecco allora ora immagina di esserle davanti, si…ora dopo questo ancora e ancora le sei davanti tu e la guardi negli occhi…immaginateli e poi domandati se riusciresti a chiederle di mostrarsi nuda, domandati se sia giusto recriminarle la riservatezza della sua anima!
Nella vita delle persone si entra in punta di piedi, con rispetto e sensibilità! Si chiede permesso non si irrompe perché il prezzo dell’accoglienza deve essere questo e mai scontato!!!!!
Il passato di una persona le sta addosso a volte come l’inverno, tu viandante che la incontri, vivila nella sua stagione per quanto lunga possa durare, porgile un velo in più se l’inverno è rigido e aiutala a togliere i veli senza premura poiché l’estate non arrivi troppo presto a scottare sulla pelle troppo sensibile.
“Caro barista cin cin all’amore! All’amore che capita, che ti abita, che fluisce da un’anima all’altra, di un istante, per una parola, per uno sguardo o per un profumo, per una notte, per una sbronza, per passione o per consolazione. W l’amore, ma amarsi per me è un’altra cosa!
Nell’amarsi, amarmi è un lusso non più concesso ma vissuto scoprendo velo dopo velo”


 

 

 

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  1. Francy
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    Parole che accarezzano le vie del cuore, che lasciano orme, calpestano, e delicatamente accompagnano un passo in là.

    3 anni fa
  2. Federico
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    Però la tequila non si sorseggia mai!!!

    3 anni fa
  3. Francesca
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    Veramente delle belle parole ! Che riescono ad accarezzare il cuore !

    3 anni fa
  4. Sara
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    😊

    3 anni fa
  5. Vale
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    👏👏 corretto!!

    3 anni fa
  6. Deborah
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    Belle parole

    3 anni fa
  7. Noemi
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    🤗

    3 anni fa
  8. Chia
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    .

    3 anni fa
  9. Mary
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    Quanto di più profondo e quasi impossibile da descrivere così, nero su bianco. Quasi fosse semplice. Emozione e verità.
    Che dire se non grazie.

    3 anni fa
  10. Rosa
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    Davvero bella! Cambia barista però

    3 anni fa
  11. Paola
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    😊

    3 anni fa
  12. Muso
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    3 anni fa
  13. Martina
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    🤩

    3 anni fa
  14. Ilaria
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    !

    3 anni fa
  15. F.R.
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    Uno sguardo tra i veli di Lei.
    A tratti si legge trattenendo il respiro.

    3 anni fa

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