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Nella verde folla del bosco

Nella verde folla del bosco

Via Cave di Maiano
50014 Fiesole (FI)
Racconti Erotici Racconti
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Nella verde folla del bosco

visita su Google street view     Maiano, Fiesole -FI /button>

Era una bella giornata di metà giugno, quel giorno Mario era eccitato perché aveva letto qualche giorno prima che al museo dell’accademia c’era il concerto di Philip Glass
Il pianista americano aveva fatto un album collaborativo con Ravi Shankar intitolato PASSANGER costituito da arrangiamenti di ciascuno dei compositori attorno ai temi scritti da l’altro, il contenuto dell’album era  un ibrido di Hindustani musica classica e americana distinta minimal classica contemporanea.
Mario era rimasto stregato da quella musica che usava  ormai da anni come colonna sonora delle sue meditazioni.
Il concerto inserito in una programmazione di musica aperitivo colta iniziava alle 19,30
Mario inforcato il motorino era partito in tempo, era entrato e aveva trovato un bel posto vicino al pianoforte,
Dentro all’accademia avevano attrezzato in un angolo del corridoio una cinquantina di sedie  e già dalla disposizione si capiva che l’evento  era destinato a pochi appassionati
Philip arrivato alle 19,30 precise si era seduto al pianoforte e senza dire una parola aveva iniziato a suonare
Tutti in doveroso silenzio si erano fatti trasportare per circa una ora e mezzo dalle sue melodie minimal; alla fine, dopo un caloroso applauso, Philip si era alzato e se ne era andato sempre senza dire una parola.
Fuori c ‘era ancora luce e Mario mentre stava uscendo pensava cosa fare, se tornare a casa o andare a bere una birra, in quel momento mentre camminava verso l’uscita sentì squillare il cellulare.
“Ciao sono la Dani cosa stai facendo, sei libero, ci troviamo tra venti minuti davanti a l’edicola del Salviatino”
Mario non si aspettava questa telefonata ma il tono era imperativo e non ammetteva repliche inoltre cercava qualcosa da fare per finire la serata.
Gli rispose istintivamente senza chiedere altro,  “ok tra venti minuti all’edicola” e riattaccò
Mario frequentava la Dani da qualche mese, l’aveva conosciuta partecipando a degli incontri di meditazione che lei organizzava a casa sua.
Fin dal primo momento gli era sembrata una tipa strana, la casa dove teneva le meditazioni era piena di oggetti esoterici, dalle pietre magiche ai fiori di Bach dall’acqua diamante ai magneti energetici, orgogliosamente aveva esposto questi amuleti  in vetrinette di vetro. come fossero gioielli preziosi.
Le meditazioni si tenevano il giovedì pomeriggio in una stanza stretta e lunga che prima doveva essere stato uno stanzino.
I primi tempi  si formavano gruppi anche di 5 o 6 persone poi anche a causa della Dani fortemente inadeguata al ruolo di conduttrice il gruppo si ridusse sempre più
Poi un giorno decise di cambiare stanza e finimmo in quella che doveva essere stata una camera da letto  che lei aveva cercato di trasformare in sala da meditazione levando il letto e mettendo sul pavimento una accozzaglia di tappeti coltroni e coperte
Uno di quei giovedì Mario si ritrovò da solo con la Dani a fare la meditazione e tra la luce tenue delle candele, la musica intrigante e il pavimento pieno di coperte di tutti i tipi che lo rendevano simile a un letto gigante confuse la meditazione con l’eccitazione, così quasi senza rendersene conto dagli abbracci passo alle carezze  intime e fini con farci all’amore.
Era stato piacevole, era fuori dubbio che ci fosse molta intesa sessuale tra Mario e la Dani, rimasero ancora un poco in intimità fino alla fine della  musica poi Mario si rivestì e uscì.
Uscendo erano rimasti d’accordo che si sarebbero rivisti per la meditazione del prossimo giovedì ma Mario una volta fuori dalla casa cominciò a pensare che non voleva entrare nel mondo strano  visionario e confuso della Dani e quindi il giovedì dopo trovò una scusa qualunque e non si presentò alla meditazione.
Ripensava a questi avvenimenti mentre viaggiava sul  motorino e dopo venti minuti era di fronte all’edicola del Salviatino
C’era ancora un po’ di luce, ancora non si era accesa l’illuminazione stradale, quando come un bolide Mario vide arrivare sulla diritta prima dell’edicola la macchina della Dani
Era una Fiat Palio Weekend bianca una delle autovetture più brutte e inaffidabili mai fatte, la Dani ne andava fiera perché gli ricordava il Brasile paese dove lei era stata a fare i riti con i curanderos nella giungla.
Il parco auto brasiliano era pieno di Palio visto che la Fiat per mitigare il flop di vendite in Italia aveva spostato la catena di montaggio in quel paese.
L’auto sorpassò Mario quando improvvisamente senza freccia e senza accostare si fermò, Mario la raggiunse e mentre apriva lo sportello sentì la Dani che gli diceva: “sali”.
Subito dopo  ripartì come un razzo prima che Mario riuscisse a chiudere lo portiera.
L’interno dell’auto lasciava senza fiato, dietro sui seggiolini vi erano alla rifusa oggetti di tutti i tipi mentre  sul piano del bagagliaio erano state buttate delle coperte che a Mario ricordavano quelle della stanza di meditazione e sdraiato sopra pigramente  c’era il cane della Dani un grosso bastardo peloso sudicio almeno quanto le coperte
La Dani alla guida aveva una faccia spiritata come una che avesse appena assunto qualche droga pesante, infatti alla prima curva, presa a velocità eccessiva, sbagliò completamente la traiettoria percorrendo la curva completamente contromano.
Mario rendendosi improvvisamente conto che avrebbe potuto morire in quel modo stupido comincio a urlare alla Dani di fermarsi che avrebbe guidato lui, ma lei lo rassicurò che era tutto sotto controllo e imboccò la seconda curva per metà contromano.
Indeciso su cosa fare prima pensò di tirare il freno a mano, poi pensò che magari  sarebbero usciti dalla carreggiata e forse era meglio cercare di calmarla.
Gli chiese dove pensava di andare e lei rispose “a Maiano”, “ma a fare cosa” chiese ancora Mario, avendo come risposta un generico “lo vedrai”
Pur avendola frequentata poco Mario aveva capito che quando lei diceva  “lo vedrai” non c’era da stare tranquilli, lei usava spesso questo alone di mistero per dare un tocco magico ai suoi riti che quasi sempre non avevano alcun senso.
Per fortuna il tragitto era breve non incrociarono quasi nessun altra autovettura e dopo cinque minuti arrivarono nella piazzetta di Maiano.
Mario tirò un sospiro di sollievo, la piazzetta faceva apprezzare la bella serata, sul lato destro uno dei due ristoranti era chiuso ma l’altro era in piena attività e si intravedevano tra le foglie dei rampicanti della pergola le persone che mangiavano al fresco nel giardino, sul lato sinistro anche la gelateria era aperta e i tavolini tutti occupati da persone che si gustavano tranquillamente il gelato.
Mario si rilassò e pensò che forse l’idea della Dani era quella di andare a mangiare un gelato e parlare delle prossime meditazioni, quindi rimase stupito quando dopo aver sceso dal bagagliaio Pippo il bastardo pulcioso la vide mettersi in spalla un grosso zaino, afferrare tra gli oggetti sparsi sul seggiolino una bacchetta da trekking chiudere la macchina e guardando Mario con aria di sfida dirgli “Andiamo!”
“Ma dove Dani dove….”la risposta era scontata ed era “lo vedrai”.
Attraversarono la piazzetta e imboccarono il sentiero che attraversava il bosco.
Intanto fuori si era fatto buio e la verde folla degli alberi che costeggiava il sentiero diventava sempre più scura via via che si allontanavano dalla luce della piazza .
Dopo cinque minuti di cammino il sentiero era veramente buio, la chioma degli alberi ai lati oscurava la luce del cielo e gli unici rumori che si sentivano erano quelli che venivano dall’interno del bosco.
Pippo che all’inizio li seguiva in silenzio comincio a fare un percorso tutto suo entrando nel bosco per poi ritornare improvvisamente sul sentiero dopo aver inseguito chissà cosa.
Mario cominciò ad avere un po’ di paura anche perché aveva sentito dire che nel bosco di Maiano di notte giravano strani personaggi e molti anni prima vi avevano rivenuto anche un cadavere.
Guardò l’orologio, erano le 22,15 e questo lo rassicurò, in fondo non era ancora notte fonda poi cercò di convincere la Dani a tornare indietro parlandogli della  pericolosità del luogo ma lei per tutta risposta gli disse che erano quasi arrivati continuando a camminare lungo  il sentiero.
Camminarono per un’altra  decina di minuti fino a che  la Dani si fermo di colpo  e disse “Qui va bene” imboccò un piccolo sentiero laterale e dopo qualche passo si ritrovarono in una piccola piazzola erbosa circondata da alberi.
Lei  dette una rapida occhiata intorno, posò lo zaino a terra lo apri e chiese a Mario di allontanarsi di qualche metro e di voltarsi.
Lui fece due o tre passi fino al limitare della radura  e a malincuore si voltò senza chiedere niente, tanto sapeva già quale sarebbe stata la risposta.
Dall’interno del bosco  venivano strani rumori, cercò di rimanere tranquillo mentre con la coda dell’occhio cercava di vedere cosa faceva la Dani, la intravedeva rovistare nello zaino e tirare fuori oggetti poi a un certo punto ebbe l’impressione che la radura si stesse illuminando, irrazionalmente pensò all’arrivo di qualche entità extraterrestre e subito dopo razionalmente di voltarsi per vedere da dove veniva la luce, in quel momento sentì la voce di lei che gli diceva di girarsi.
Quello che vide una volta girato lo lasciò in uno stato di sorprendente stupore emozionale.
La Dani aveva steso un grande asciugamano da mare e tutto intorno aveva posizionato e acceso dei lumini, . la luce delle candele prendeva forza sul disegno  di Snoopy il cane bianco di Linus disegnato su  tutta l’area del telo steso in terra, illuminando in maniera irreale la piccola radura per poi smorzarsi al limitare della stessa dove cominciava il bosco.
Mario pensò che poteva essere una scena forte di qualche set cinematografico di un film horror o di fantascienza rimanendo fermo sul posto, lei lo raggiunse gli prese la mano e  lo trascinò  verso l’asciugamano.
Al limitare dei lumini  gli disse di togliersi i sandali, e di  mettersi in piedi nel centro del telo e chiudere gli occhi.
Ormai sarebbe stato stupido tirarsi indietro quindi oltrepassò i lumini cercando di non bruciarsi e segui le direttive
Un silenzio irreale calò sulla radura, lui percepiva il movimento rotatorio delle mani di lei circumnavigare intorno alla sua figura, poi le stesse mani cominciarono a svestirlo, prima gli tolsero la magletta, poi gli sganciarono  la cintura e i bottoni dei pantaloni infine la aiutò a farsi sfilare le mutande  Era nudo e subito dopo cominciò a sentire dietro il corpo di lei che gli si strusciava addosso , sentiva il calore dei seni e delle cosce che si spostavano e sempre strusciando passavano  di lato e poi davanti,Mario aprì gli occhi un momento e vide illuminato dalle candele il corpo completamente nudo della Dani.
L’eccitazione che aveva cominciato a percepire mentre lo stava spogliando e che era cresciuta quando lei aveva cominciato a strusciarsi, aumentò violentemente
Continuò a girargli intorno appoggiandosi con il calore delle sue parti intime sempre più vicino alla sua eccitazione tanto che quando gli ripassò davanti lui cercò di agguantarla. La Dani si divincolò dicendo “aspetta, aspetta non e ancora il momento” e fece  un altro giro.
Quando gli ripassò davanti  riuscì ad  agguantarla e questa volta lei non oppose resistenza anzi diventò improvvisamente collaborativa facilitando un amplesso che fu breve ma molto intenso e che Mario apprezzò con soddisfazione.
Rimase avvinghiato dietro di lei in piedi con gli occhi semi socchiusi in uno stato di sospensione temporale
Poi un movimento al limitare della radura lo riportò alla realtà, guardò verso quella direzione e vide Pippo  che usciva dal folto del bosco, subito dopo abbassò lo sguardo e vide i suoi vestiti e quelli della Dani sparsi  sull’erba della piazzola.
Gli insetti attirati dalla luce dei lumini cominciavano a dargli fastidio, quindi si staccò recuperò gli indumenti e si rivestì.
Anche la Dani si rivestì e subito dopo cominciò uno strano rituale per recuperare l’asciugamano, gli oggetti sparsi intorno e spegnere i lumini riponendo tutto dentro lo zaino.
Si mise lo zaino in spalla e poi si ricordò della bacchetta da trekking, quindi girò per cinque minuti nella radura ormai illuminata solo dalla luce del cielo facendo  innervosire Mario che da dieci minuti era pronto a ripartire.
Finalmente la ritrovò, diedero un ultimo sguardo alla radura  poi imboccarono il piccolo viottolo e si ritrovarono sul sentiero.
Mario ripensava a quello che era successo nella radura, la Dani con zaino e bacchetta gli camminava accanto e lui sentì forte l’impulso di chiedergli come gli era venuta alla mente questa idea.
La Dani sorrise tronfia e gli disse: “si tratta di psico magia abbiamo fatto un atto di psico magia, ma come non conosci Jodorowsky?”
Mario lo conosceva bene Alejandro Jodorowsky scrittore, fumettista, saggista drammaturgo, regista teatrale, cineasta, compositore e poeta cileno.
Da giovane aveva visto i suoi film El Topo e La montagna sacra, opere caratterizzate da un surrealismo provocatorio, grondante di orrori e magia, qualche anno prima aveva anche letto un suo libro intitolato “Quando Teresa si arrabbiò con Dio”che gli era piaciuto, sapeva che aveva scritto anche Psico-magia ma non lo aveva mai letto.
Naturalmente non lo disse alla Dani che continuò: “sai mi hanno consigliato il  libro di questo mezzo mago che dice che per risolvere i tuoi problemi devi fare un atto psico-magico e io me l’ero studiato per bene seguendo le sue istruzioni ma non è venuto proprio uguale a come lo volevo fare io”.
Pensò che forse era meglio lasciare cadere il discorso, gli chiese se aveva visto Pippo.
Si voltarono, Pippo camminava stancamente dietro a loro.
Continuarono a camminare in silenzio fino a quando il sentiero cominciò a venire illuminato della luce, qualche minuto dopo spuntarono in piazza.
Il ritorno era sembrato a Mario più breve dell’andata, la piazzetta ormai era semi deserta, di fronte al ristorante un gruppetto di persone si scambiavano i saluti della buonanotte  e anche la gelateria si apprestava a chiudere
Riattraversarono la piazza e arrivarono alla macchina, la Dani buttò sul seggiolino dietro lo zaino e la bacchetta, poi agguantò Pippo e lo posò sopra le coperte sul piano del bagagliaio dopo montarono in auto e ripartirono verso l’edicola del Salviatino.
La guida della Dani rimaneva sempre pericolosa ma almeno questa volta rimase sempre sulla sua corsia.
Dopo cinque minuti erano di fronte all’edicola, si salutarono con la promessa che si sarebbero rivisti alla meditazione del prossimo giovedì poi Mario scese e vide la macchina della Dani  dileguarsi nel viale.
Mentre camminava verso il motorino  pensava già alla scusa per non andare alla meditazione, poi prese il motorino, partì, arrivò a casa fece una doccia e si mise sotto le coperte.
Mentre ripensava agli avvenimenti della serata gli arrivò l’immagine della verde folla degli alberi intorno alla radura che osservavano la scena e si addormentò.

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