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Zio Ciccillo

Zio Ciccillo

81031 Aversa (CE)
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Zio Ciccillo

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Ciccillo non è un mio zio, ma in famiglia era sempre nominato come zio Ciccillo. Di antica famiglia nobile e ricca, ricevuta a Napoli alla corte dei Borbone, Ciccillo era posseduto dal demone del gioco. Breve vita felice fu quella del mio Ciccillo, fatto interdire dalla moglie Anacleta, prima che si mangiasse tutte le proprietà. Questo ci porta a parlare di zia Anacleta e zia Evelina, le due sorelle che tutti chiamavamo zie. Zia Evelina aveva sposato il giovane ufficialetto Alfonso, che era mio zio per davvero.

Due fantasmine sempre in ciabatte e vestaglia, queste erano Evelina ed Anacleta quando le conobbi. Non uscivano mai di casa, neanche la messa la Domenica, passavano il tempo con una ventaglina in mano a soffiare la brace nei fornelli a carbonella, c’era sempre qualcosa sul fuoco, il bricco del caffè almeno. Al mio arrivo nella loro casa mi accoglievano a passettini festanti col grido all’uso locale ‘uueèè’ e devo dire che questo mi faceva piacere. Ma erano due carogne di spilorce, adesso che ci penso non meritavano il mio affetto istintivo, mai che mi avessero regalato una camicia, un fottuto libro. Povero Ciccillo mio, che una notte si giocò un intero ospedale, proprietà di famiglia, con tutti i malati.

Breve Vita Lurida di Sozzo Micragnon

“Sono Virginia Montmorency de la Rondelle.”
“Vi  aspettavo. Ve ne prego entrate. Ma toglietevi cappuccio e  mantello. Ho dato licenza alla servitù. Nessuno saprà che siete stata qui.”
Virginia si guarda intorno con timore e pudore.
“Siete il signor de la Piastrelle, non è vero?”
“Chiamami George, Virginia. La pioggia improvvisa ha reso umido il tuo vestito. Spogliati qui accanto al fuoco.”
“Devo rimanere in mutande? In altre circostanze uno dei miei fratelli avrebbe bruciato la tua impertinenza con un colpo di pistola. Suppongo che vorrai conoscere il motivo della mia visita.”
“La nostra comune amica mi ha fatto un racconto confuso.”
“Ti dirò subito ogni cosa. Ascoltami con attenzione e non interessarti al mio sedere. Non per ora almeno.”
“I Montmorency sono sull’orlo del baratro. Il capofamiglia zio Ciccillo ha venduto l’anima al demone del gioco. Non abbiamo un ducato d’oro in cassa, il castello è ipotecato. Siamo nelle grinfie delle banche, degli strozzini e dei creditori.  L’estate trascorsa la grandine ha infierito sui raccolti delle nostre terre. Ciccillo si è giocato la mia dote e ho dovuto prendere i voti  nel convento delle Pie Zoccolette di San Cirillo. Nel convento insegno  alle educande la preparazione al matrimonio. Per quello che ne posso sapere. Ora avviene che dobbiamo molto denaro a un creditore di nome Sozzo Micragnon, un individuo tanto lercio e spilorcio che neppure la più povera lo vuole come sposo. La mia famiglia ha deciso di prendere Sozzo  in trappola e io sono il formaggio. Sono stata tratta fuor dal convento, per essergli presentata. I Montmorency hanno venduto parte dell’argenteria per una festa con Sozzo, solo invitato. Ingozzato di dolcetti e stordito dal vino, Sozzo non faceva che puntare su di me gli occhietti cisposi. Zio Ciccillo gli ha sussurrato che in convento le sorelle imparano i trucchetti più svergognati e lo ha messo a ballare con me. Non passa un minuto che fuggo e vado a nascondermi sotto al letto della cuoca, non potevo resistere all’odore puzzolente del ballerino. A Sozzo viene fatto intendere che avevo mangiato troppi dolcetti, che ero abituata alle lenticchie del convento, che non avrei speso i soldi dello sposo in manicaretti.
La famiglia viene a tirarmi da sotto al letto della cuoca. Ai loro rimproveri rispondo che Sozzo mi ha distrutto i piedi e non faceva che pizzicarmi il culo. In conclusione, il matrimonio è fissato entro tre settimane e mi occorre il tuo aiuto “
“Devo sfidare Sozzo a duello?”
“Sozzo non è mica scemo. Rifiuterebbe. Devi insegnarmi qualche svergognato trucchetto. Altrimenti nel talamo nuziale sarò un pezzo di legno frigido. Quando Sozzo si renderà conto che può avere lo stesso piacere da una botte o in un bordello, mi ripudierà e chiederà indietro i soldi dei debiti. Io non conosco i trucchetti. Ho visto un pisello solo nelle illustrazioni.”
Ora un angioletto e un demonietto si contendono l’anima di George.
“Abbassati le mutande, Virginia.”
“George, non vorrai togliermi la verginità? Sozzo se ne lamenterebbe con zio Ciccillo e vorrebbe parte dei soldi indietro.”


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