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Il ruggito della pecora

Il ruggito della pecora

16035 Zoagli (Ge)
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Il ruggito della pecora

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Il punto di vista della pecora – Prologo

Una capanna. E’ notte. Un asino. Un bue. Una donna con le doglie. Un uomo anziano piuttosto imbarazzato. Una folla di pastori e commercianti con gli occhi all’insù che fissa una cometa immensa nel cielo. Luci a intermittenza colorate e rumore di acqua corrente. Di lato un ruscello con il fondo di carta argentata. Io sono la terza pecora a partire dal venditore di frittelle siciliano, quella con l’orecchio orizzontale e il disegno della bocca rosso fiammante un po’ storto. Mia sorella Milena è quella pecora graziosa con un fiocco rosso intorno al collo e mio fratello Luigi è quella pecora più piccola; in questo momento è scivolato giù dal pendio ed è rimasto con la testa dentro al laghetto delle oche.

Con Milena abbiamo deciso di spostarci verso una zona più tranquilla, con meno luci e campanelle, uno di questi giorni, di certo, partiamo.
 
Al telefono
Pronto Anna, stai bene?
Lucia si, a posto, senti quando venite?
Non lo so, sto lavorando da matti. Come stanno Aldo, papà e mamma?
Si, bene, la mamma ha già fatto il presepe e papà si fa mettere lì davanti sulla sedia a rotelle. Passa delle ore a fissare una pecora farfugliando frasi sconnesse. Aldo è, come al solito, bravissimo
Cercherò di venire questo fine settimana
Ma si, ci risentiamo nei prossimi giorni
Anna, grazie, davvero
Figurati, non ti preoccupare
 
Il punto di vista della pecora – Parte I
Da quando sono una pecora la vita ha preso finalmente una piega positiva. Basta medici, cure, ospedali con le sbarre e quella terribile vecchia che crede di essere mia moglie. Ora qui, con le zampe al fresco nel muschio, posso godermi un po’ di tranquillità. Con Milena abbiamo deciso di aiutare nostro fratello Luigi ad uscire dal laghetto delle oche. Appena è passato qualcuno (un bambino un po’ grasso, chissà chi è) Milena ha fatto un belato dolcissimo che lo ha costretto a guardare verso la pecorella ribaltata. Il bambino ha messo Luigi in mezzo alle lavandaie. Speriamo che non lo facciano cadere di nuovo nell’acqua.
Il bambino gironzola sempre qui intorno. Milena dice che potremmo farci aiutare a mettere in ordine le cose prima di allontanarci da qui, forse non è una cattiva idea. Ieri, per esercitarsi, Milena gli ha fatto mettere il sale nel caffè della vecchia che vive in questa casa. L’effetto è stato esilarante, pensiamo di poter osare di più.
 
Di nuovo al telefono
Lucia
Anna, è successo qualcosa?
No, niente, solo un piccolo incidente. Ieri pare che la mamma abbia scambiato il sale con lo zucchero, succede, beh si è messa in testa che è stato Aldo e gli ha fatto una scenata tremenda
Ma li ho sentiti ieri sera
A che ora?
Intorno alle sei
Beh è successo subito dopo cena, mi ha chiamato a casa furibonda, allora sono corsa da loro e ho portato Aldo a casa nostra, era molto mortificato anche se ho cercato di fargli capire che non poteva essere stata colpa sua, sei sicura di lasciare tuo figlio in balìa della mamma?
Sai che ne farei a meno, ma devo per forza lavorare, anche tu lavori e il medico mi ha raccomandato di tenerlo al mare per tutta la convalescenza, non ho scelta
Fino a che papà era ancora in sé era diverso ma ora, francamente, non mi pare un ambiente per bambini
Anna hai ragione e cercherò di trovare una soluzione per la prossima volta ma oramai bisogna che stia lì fino alle vacanze di Natale, poi, a gennaio, riprendiamo il nostro tran tran in città e non se ne parla più. Senti in fondo la mamma ha tirato su tre figli, possibile che non sia in grado di badare ad un ragazzino di 10 anni per due settimane?
Ma si, forse sto drammatizzando, ci sentiamo domani
Buonanotte
 
Il punto di vista della pecora – Parte II
Sarà il fatto di avere le zampette nel muschio fresco, ma da quando sono una pecora non ho più paura di nulla. Non ho paura dei debiti, c’è muschio in abbondanza per tutti; non ho paura della malattia e neppure, incredibile, della strisciante follia della mia famiglia. Qui nel presepe sono tutti un po’ pazzerelli, chi partorirebbe così davanti a tutti senza neppure un’ostetrica?

Questa mattina il bambino ha messo i suoi soldatini tra i suonatori di zampogne. E’ successo un gran trambusto quando il plotone ha cercato di fucilare l’angelo con la tromba. Ci sono stati diversi battibecchi e poi il ragazzino si è trasferito altrove portandosi via, oltre ai soldatini, anche l’angelo. Appena torna devo chiedergli di darmi una mano. Ma per che cosa avevo bisogno di una mano? Ecco, uno dei difetti di essere una pecora è che dimentico le cose. C’entrava una busta, si, una busta in un cassetto. Forse avevo messo la busta in un cassetto per un motivo preciso e forse adesso ne ho bisogno per qualcosa di importante. Milena sta riposando. Appena si sveglia le chiedo a che cosa serviva quella busta. Si, è una buona idea, aspetto che si svegli e intanto mi godo il fresco del muschio nelle zampe.
 
Riunione di famiglia
Una grande casa. Soffitti a volta affrescati. Parquet prezioso. Mobili antichi. Argenteria da esposizione. In ingresso un piccolo presepe. Un uomo anziano in carrozzella, le gambe coperte da un plaid, fissa una pecora. Ai suoi piedi un bambino ha messo una fila di soldatini con il fucile spianato davanti ad un angelo con tunica azzurra e tromba, evidentemente trafugato dal presepe. Il bambino è molto concentrato, l’angelo non vuole stare dritto per farsi fucilare e scivola lungo il battiscopa. Dall’ingresso un grande varco porta nel salotto. Qui, intorno ad un tavolo carico di paste e biscotti, tre donne. Una, più anziana, è seduta in poltrona; due, più giovani, sul divano. Nelle mani tazzine da thè.
Bello il tuo presepe mamma.
Ah con tutti i guai che ho l’ho messo su in fretta e furia
L’anziana donna muove leggermente la mano sinistra perché scintilli lo zaffiro sull’anulare.
Non posso più andare avanti così, non capisce più niente, è astioso. Ci sono delle cliniche ottime, sarebbe meglio anche per lui
Mamma, se hai bisogno di aiuto sai che io sono qui. Se vuoi papà può stare da noi per un periodo, così tu ti riposi
Figurati, cosa direbbe la gente
Va bene, se preferisci posso riportare Aldo con me in città per la prossima settimana, se sta diventando troppo pesante
No, Aldo non dà nessun fastidio, se ne sta lì delle ore, ascolta i farfugli del nonno, sembra che quasi si capiscano. A parte lo scherzo del sale, ma si sa, son ragazzi
Il 20 arrivano le ceneri di zia Milena, andiamo a prenderle alla Malpensa e poi veniamo giù per Natale. Che ne pensate di fare la cerimonia tra Natale e Capodanno?
Non provate a portarmi a casa le ceneri di quella lì
Mamma ma era la sorella di papà. Va bene, almeno le ceneri le tengo a casa io, né amici né parenti dovrebbero avere niente da ridire
E Matteo ha detto quando viene?
Lasciate stare vostro fratello che ha cose ben più importanti di storie di vecchi e di funerali, oggi è a Parigi per un convegno e la prossima settimana sarà negli Stati Uniti, se potrà venire sicuramente lo farà
Però almeno a Natale potrebbe far sapere se ci degna
Non siate irrispettose
La vecchia per chiudere l’argomento infila il naso nella tazzina del tè. Scintillìo di zaffiri e sguardo severo.
 
Caserma dei carabinieri
Maresciallo, scusi se la disturbo
Dica Martini, dica
C’è un ragazzino che chiede di parlare direttamente con chi comanda qui dentro
Ah bravo e tu hai pensato di ubbidirgli, bravo Martini
No beh, Maresciallo, certo che no
Stille di sudore, il cappello martoriato nella mano.
Vai Martini, non ti preoccupare, fallo entrare. Tanto mi prendo volentieri una pausa
Il bambino entra nell’ufficio, sopra al maresciallo una bandiera e la foto di un uomo vecchissimo. La soggezione aumenta alla vista di un fermacarte a forma di proiettile grande come un gatto. Il sottufficiale sorride benevolo e fa sedere il bambino su una sedia che viene occupata solo in punta. Senza aspettare domande il bambino dice tutto d’un fiato:
Mi chiamo Aldo. Ho avuto un incarico importante da una pecora. Mia nonna non sa che sono qui. Devo tornare immediatamente a casa. Arrivederci.
Il bambino salta giù dalla sedia, lascia una busta in mezzo alla scrivania e si dilegua. Il maresciallo, con ancora mezzo sorriso sulle labbra, rigira nelle mani la grande busta marrone, da un’occhiata all’interno e ne rovescia il contenuto sulla scrivania. Foto, documenti bancari, referti medici, un nome ricorrente: Matteo Brunetti.
 
Il punto di vista della pecora – Un elenco puntato
Prima di essere una pecora del presepe sono stato, nell’ordine:

  • un bambino ubbidiente
  • uno studente modello
  • un ufficiale di marina
  • un pilota di alianti
  • un marito affidabile
  • un padre premuroso
  • un dirigente di una multinazionale
  • un pensionato infelice

In quanto ingegnere sono sempre stato un amante degli elenchi puntati.
 
L’olfatto della pecora
Non ci si può credere quanto può essere acuto l’olfatto di una pecora del presepe. Il bambino, ad esempio, lo si riconosce per un alone di vaniglia e mou, con un leggero retrogusto di petardo. La vecchia sa di farmaci, ma in fondo alla scia si sente, lontano lontano, anche il profumo di sapone e fiori di primavera, è il profumo di una foto in bianco e nero che un uomo sulla carrozzella tiene stropicciata in una tasca. Ritrae una ragazza giovane e bella con un vestito bianco a pois stretto in vita, sorride felice. Dietro di lei una Topolino sul lato di una stradina di campagna inondata di sole.
 
Fermo immagine – Notte di Natale
Dal presepe è scomparsa una pecora. Nel salone, sulla tavola ricoperta da una rossa tovaglia damascata, candele accese, bicchieri di cristallo, centrotavola di vischio. Profumo di salmone affumicato, nei piattini i riccioli di burro si stanno lentamente struggendo. Su una carrozzella a capo tavola un anziano smagrito sembra che dorma. Un bambino lo abbraccia piangendo. Dalle finestre luci intermittenti di lampeggianti. Una donna anziana impreca in preda ad una crisi. Un uomo sui cinquanta viene portato via in manette.
 
Notizie di cronaca
Levante news – 25 dicembre 2011. Arresto nella notte di Natale. Il 24 dicembre alle ore 22, nella villa di famiglia a Zoagli è stato arrestato l’imprenditore Matteo Brunetti. Grazie ad un testimone chiave, del quale gli inquirenti non hanno rilevato l’identità, è stata contemporaneamente fatta irruzione nella casa milanese dell’uomo dove sono stati rinvenuti i cadaveri della moglie, Adele Conti, di anni 44, e del cameriere cingalese, Lakmal Nafeek, di anni 26. Durante l’arresto pare che nella villa fosse riunita la famiglia per la cena di Natale. Il padre dell’arrestato, già malato da tempo, è spirato per cause naturali. La madre ha avuto un malore ed è stata trasportata in ospedale. L’uomo d’affari è in stato di fermo e sarà interrogato questa mattina.
 
Il Secolo XIX 26 dicembre 2011. Natale di lavoro per gli inquirenti. Dopo gli arresti del 24 dicembre la procura di Chiavari, in collaborazione con quella milanese, sta cercando di chiarire i contorni della vicenda in cui è coinvolto l’imprenditore Matteo Brunetti. Pare che il cameriere abbia tentato la fuga ma che sia stato inseguito dall’assassino che lo ha freddato con un fucile da caccia. Nella casa sono state trovate alcune gabbie con animali di piccola taglia -un cane, una lontra ed una marmotta- in condizioni igieniche precarie e in grave stato di disidratazione e denutrizione.
 
Il ruggito della pecora
Due bambini camminano per il vicolo deserto. Uno è un po’ sovrappeso e stringe in una mano una pecorella di plastica, l’altro è esageratamente magro e ha in mano un mazzetto di figurine. Da una finestra aperta le note di Per un pugno di dollari. I due bambini hanno smesso di parlare e sfogliare le figurine, sanno che alla prima traversa li aspettano i soliti bulli con le bombolette spray. L’ultima volta sono tornati a casa tutti colorati in mezzo all’ilarità generale. Senza contare la sgridata delle mamme per i vestiti rovinati. Cambiare strada, impossibile. Una goccia di sudore imperla la fronte del ragazzino sovrappeso, nonostante sia febbraio. Al bivio ecco i nemici schierati. Gel nei capelli. Spillette sui giubbotti. Le bombolette battute sul palmo della mano come fossero manganelli. I due bambini si guardano. Pioggia di figurine in aria. Corsa a rotta di collo. Il fiato si fa sempre più corto, il cuore batte dentro alle orecchie, il pugno serrato stringe la pecorella del presepe, che ferisce la mano con il suo orecchio alzato. Il bambino grasso si guarda il palmo ferito. Osserva la pecora. Si gira di scatto, le gambe larghe in mezzo al vicolo, e caccia un urlo primordiale. Gli inseguitori, chissà perchè, si bloccano e scappano nella direzione opposta lasciando cadere le bombolette. Il bambino magro, in un misto di stupore e ammirazione abbraccia il bambino grasso saltando di gioia
Aldo, ma sei un eroe!
 
Notizie di cronaca – Parte II
La vita in diretta – Marzo 2012
Buongiorno ai telespettatori de La Vita in diretta. Oggi abbiamo ospite il Dott. Cervelli, il noto psichiatra che si occupa di disturbi comportamentali e che ci aiuterà a capire i contorni della cosiddetta strage di Natale.
Il presentatore si volta verso il maxi-schermo alle sue spalle dove un uomo in pullover si sistema il microfono sull’orecchio.
Dottor Cervelli, molti telespettatori ci chiedono come sia possibile che il responsabile di un omicidio plurimo possa essere già in libertà
Buongiorno, innanzi tutto bisogna sottolineare il fatto che la sentenza lampo è stata possibile perché i periti della procura e della difesa si sono trovati d’accordo nel dichiarare il soggetto totalmente incapace di intendere e di volere. Si tratta di una personalità complessa, affetta da schizofrenia grave, che non sarà rimessa in libertà ma curata in una struttura giudiziaria adatta alla sua condizione.
Dottore, fino al duplice omicidio non era stata fatta alcuna diagnosi e il soggetto era considerato una persona ‘normale’
Il medico si sistema meglio sulla sedia
Bisogna chiarire il concetto di normalità. L’ambito famigliare ha protetto questa persona, infatti è stato appurato che anche la madre è affetta da una forma, seppur più lieve, della stessa patologia. Nonostante ciò è riuscita  a condurre una vita in apparenza normale ma per coprire le difficoltà del figlio, così simile a lei, la donna lo ha mantenuto di nascosto, salvo poi credere lei stessa che lui ricoprisse una posizione come uomo d’affari. In realtà l’uomo non aveva mai terminato gli studi né mai avuto un impiego. Usciva però tutte le mattine fingendo di essere un importante manager. Come passasse il suo tempo non è stato ancora chiarito.
Dottore, si è parlato molto degli animali nelle gabbie, ci può spiegare questo aspetto della vicenda?
Da quello che è emerso pare che alla sera, rientrato a casa, Matteo Brunetti si chiudesse nel suo studio e tirasse fuori dalle gabbie gli animaletti. Sembra che li sistemasse in cerchio e che simulasse un processo a suo carico, come se avesse sempre immaginato di compiere una azione delittuosa che lo avrebbe portato a sostenere un processo in qualità di imputato
 
Pasqua in giardino
Il prato è un tappeto di margherite. Due donne si godono il sole di aprile. Un bambino gioca con un camion di plastica ai loro piedi. Sulla cabina di guida è attaccata per le zampette una pecora del presepe. Ha un orecchio orizzontale e la bocca rossa disegnata un po’ storta.
Come ha potuto Matteo fare quello che ha fatto?
Il perito sostiene che soffre di un disturbo bipolare e che questi pazienti riescono a simulare in modo molto scaltro
Ma la mamma
La mamma è stata tenuta fuori per limiti di età, ma questa follia strisciante viene proprio da lei, chissà cosa aveva capito papà
Come si fa a sapere di non essere tutti affetti dalla stessa pazzia?
Il bambino smette di armeggiare con il camion e le guarda con intensità
E’ una questione di pecore, angeli con la tromba e bombolette spray. Se scegli di ruggire puoi anche diventare un leone. Per diventare un leone devi voler bene sia alla pecora sia all’angelo con la tromba e forse anche ai bulli con la bomboletta spray, oltre, naturalmente, alla tua follia.
Aldo, che pensiero profondo, parli come un adulto
No zia, ti sbagli, parlo come una pecora.

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