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Pini e salsedine

Pini e salsedine

48015 Pinarella Cervia (RA)
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Pini e salsedine

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Storie vere

Eravamo due ragazze molto giovani, primi anni di università e l’estate torrida che ci schiacciava sui libri. La delusione e gli scontri del crescere. A quell’età si vivono anche le storie amorose come se fossero il centro dell’esistenza. Ce ne si rende conto solo molto dopo. Quando, magari, arriva un grande amore e la differenza è immediata. Presa tra l’insofferenza per il caldo e per un ragazzo poco onesto, chiamai una delle mie socie di scorribande. -Che fai?- anche lei a casa, libri aperti e la mente su altro. Prendo il treno e la vado a trovare, con me uno zainetto, due cambi di vestiti e gli occhiali da sole per diventare invisibile. Non abitavamo vicine, ma non ci era mai importato molto. Vicine nei cuori. Ci troviamo alla stazione di Nogara. Il cemento grigio che incornicia i binari ci dice di fuggire e tornare ai colori, almeno per un po’. Non ci pensiamo su più di tanto e decidiamo per una gita. Cambiamo un’infinità di treni, il viso fuori dal finestrino e i capelli arruffati nel vento. Libertà. Arriviamo alla stazione di Cervia nel tardo pomeriggio, la bella stagione ha il vantaggio di regalare più ore di luce e la voglia di non fermarsi mai. Saltiamo su un bus e approdiamo nella mitica Pinarella, sconosciuta quanto salvifica. Felicissime del posto raggiunto, troviamo una pensioncina, prezzi modesti ed un letto a testa. Passeggiata di rito nel centro con negozietti e ristorantini, dribblando tra passeggini e coppiette, poi un’idea. Inforchiamo le vecchie biciclette che ci aveva lasciato in uso la pensione. Così, tra le pedalate a vuoto della mia che non aveva le marce sintonizzate e il sellino che si svitava dell’altra, decidemmo di andare a conquistare Milano Marittima, sfruttando la ciclabile lungomare. Pedalando comicamente, ci eravamo messe in testa di presenziare al celebre party modaiolo sulla spiaggia, salvo poi scoprire, una volta arrivate, che si era già spostato nella villa ugualmente denominata. Una villa dalle dimensioni imponenti, ci dissero, che però si trovava nell’entroterra, a diversi chilometri di distanza da dove eravamo. Solo per la curiosità di vedere la tanto acclamata festa, tentammo di raggiungerla a cavallo dei nostri valorosi destrieri, ma i campi bui erano sempre più fitti. Dopo qualche minuto di ulteriore fatica, decidemmo che, in fondo, non ci interessava poi così tanto. Ci riavvicinammo al centro abitato. Lucchetto alla mano, agganciate alla meglio le bici ad un palo della luce, si optò per tuffarci nel mare di gente che riempiva le strade del MiMa. Schiumaparty, musiche, colori, discoteche con ingressi dal tappetto rosso, luci lucine e gadget stravaganti. Sembrava che fossero tutti lì. Espugnammo due sgabelli in un baretto semplice ma allegro, sombreri variopinti e gli animatori più strampalati che si potessero immaginare. La serata era stata un’improvvisata divertente che aveva alleggerito gli animi. Pedalando pedalando verso la pensione, con anche la gentile scorta di un vigilantes che ci aveva indicato l’ingresso della pista ciclabile, stavamo per salutare l’alba. Pinarella si era risvegliata raggiante e serena. La sabbia dorata già calda di mattina, si gettava in mare. Tra la pineta e la spiaggia, le piadine e la birra fresca dell’aperitivo. Gli alberi altissimi creavano un tetto fresco, i tronchi snelli ma fitti si aprivano solo a ridosso del bagnasciuga, lasciando l’incanto della distesa scintillante. Le persone erano allegre, il vecchio bagnino scherzava ed i ragazzi giocavano a beachvolley quasi seriamente. C’era un clima disteso, tra gli ombrelloni bianchi e la simpatia tipica della Romagna che conquista con poco. Nessuna pretesa di vestiti sfarzosi, ciabattine e pantaloncini, saluti e sorrisi. La resina dei pini marittimi e la forza dell’amicizia che ti stringe in un abbraccio. Una ventata fresca che risolleva lo spirito, tra le pigne il profumo della salsedine. Non avevamo fatto nulla di eclatante, il paesino era estremamente semplice e con poche attrattive. Eppure quei momenti di spensieratezza erano stati un toccasana. Tornare alla semplicità fa bene.

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  1. pf
    Originalità

    Coinvolgimento

    Stile

    Fresco e dinamico

    6 anni fa
  2. Riccardo
    Originalità

    Coinvolgimento

    Stile

    Racconto coinvolgente e scritto bene.

    6 anni fa

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