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Palazzuolo sul Senio e il Museo delle Genti di Montagna

Palazzuolo sul Senio e il Museo delle Genti di Montagna

Museo delle Genti di Montagna
50035 Palazzuolo Sul Senio (FI)
Luoghi e Paesaggi Racconti
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Palazzuolo sul Senio e il Museo delle Genti di Montagna

visita su Google street view  

 

Quanti anni sono che frequento Palazzuolo sul Senio?… Tanti, troppi, se penso a quanti ne avevo la prima volta che vi ho soggiornato e quanti ne ho adesso. Meglio sorvolare.
Tra me e Palazzuolo fu subito amore! Io, fiorentina di nascita, che di questo paese in provincia di Firenze ma a dialetto romagnolo, mai avevo sentito parlare. Artefice di questo incontro un ragazzo, diventato poi mio marito, che di cognome fa Galeotti, figlio di Guerrino, nipote di Vittorio, meglio conosciuto da tutti come Michele. Vittorio Galeotti detto Michele, fu Sindaco di Palazzuolo agli inizi degli anni ’50.   Michele e la moglie Dina, abitavano nella piccola frazione di Neviglio con 13 figli. Tanta la miseria, tanto il coraggio, tanta la fame. Ma tanta, tantissima la dignità e l’onestà con cui tutto, hanno affrontato.
Sfollati a forza a Firenze, quasi alla fine della Seconda Guerra Mondiale, tornarono a Palazzuolo a PIEDI! Pur di riappropriarsi delle poche cose rimaste, pur di riprendere a vivere lì, dove tutto era cominciato.
All’agosto del 1983 risale il mio primo soggiorno palazzuolese, in tenda, al Campeggio Visano, quello del Baracani, ora diventato dopo diversi passaggi di mano, Camping la Sorgente. Ricordo, anzi ricordiamo, tra le cose meno liete di quella vacanza, che nonostante fosse agosto piovve quasi tutta la settimana. Ma il lieto sulla pioggia ebbe la meglio, e quello fu un ottimo motivo per tornarci e ritornarci.
Palazzuolo sul Senio, paese di montagna adagiato in una conca, circondato dai morbidi crinali dell’Appennino Tosco Emiliano. Che spettacolo quando il suo borgo medievale rivive di medioevo durante un weekend di luglio! Un tempo i weekend erano due, ma le situazioni negli anni cambiano, si fanno più difficili e…
Palazzuolo, col Senio a dividerlo, con le case affacciate sulle sue rive, con i germani che ancora nel fiume sguazzano, con canne e pescatori in attesa e famiglie, che a tempo buono si ritrovano sulle sponde con coperte e coperti.
Dopo la tenda un matrimonio e una figlia, ormai grande, un camper e un numero di anni in cui, senza un motivo preciso, a Palazzuolo abbiamo preferito altre mete. L’estate scorsa il ritorno. Parcheggiamo la nostra modesta casa viaggiante nel piazzale, quello in alto, uscendo dal paese, andando verso Casola Valsenio. Il parcheggio è a ridosso del bosco e c’è frescura.  Davanti, attraversato la strada, l’entrata della piscina comunale. Ci siamo fatti di Palazzuolo per diversi fine settimana, tra giugno e luglio 2017, alternando camminate sui sentieri segnalati, o segnalati un poco meno ( una volta ci siamo quasi persi, Google maps installato sul cellulare ci ha salvato), a giornate di totale relax bordo piscina, tra un tuffo, un libro  e un pisolino. Spesa in paese, formaggio del caseificio locale, colazione, giornale, visitina alle bancarelle del mercato se ci sono, qualche acquisto extra se capita. Purtroppo va detto: un tempo c’era molta più gente, più movimento, le sere d’estate faticavi a trovare un tavolino libero al bar per prendere un caffè e dovevi prenotare per tempo nei ristoranti e trattorie della zona, se volevi godere di un piatto di tortelli di castagne o tagliatelle fatte in casa. Le situazioni negli anni cambiano, si fanno difficili e… ma già l’ho scritto.
Al  Museo delle Genti di Montagna, non ci eravamo mai stati, ma abbiamo sopperito alla mancanza  un sabato di luglio di particolare calura, dedicandogli una mezza mattinata.
Il museo è ospitato nel  Palazzo dei Capitani, in Piazza Alpi, piazza principale di Palazzuolo. Un percorso museale ben delineato quello del Museo delle Genti di Montagna, semplice ma esaustivo al tempo stesso. Racconta storia, racconta il vita di montagna, racconta la gente e le loro difficoltà, con forza e tenacia affrontate per restare. Racconta un’epoca di un preciso territorio. E’ importante concentrarsi sulla MEMORIA locale, se si vuole tramandarla e conservarla ogni oltre  trasformazione.
Nel museo foto; di volti antichi e antichi mestieri. Brevi narrazioni scritte le accompagnano. Ci sono oggetti del “fu” usati nel quotidiano e nel lavoro, lavoro duro, come solo lo era quello dei contadini per lo più montanari. Come avviene ogni volta che entriamo in contatto con il non sconosciuto, ci arricchiamo.
L’Italia bontà sua,  è satura di luoghi come Palazzuolo sul Senio , di musei come questo, piccoli  ma grandi  in consegne.
Noi, amanti di borghi e di storia da andare a scovare, non manchiamo mai, nel nostro girovagare quando ci è possibile, di fermarci anche più del necessario, all’interno di queste realtà paesane, per viverle nel loro quotidiano,  per ricordale bene quando rientreremo a casa, così da farci tornare il desiderio di viverle di nuovo.
Museo delle Genti di Montagna, pensato, voluto, continuato, dal Signor Tonino Poli prima, dal Signor Alvaro Bernasconi poi, come mi racconta, aiutandomi con  nomi e informazioni, il palazzuolese Luciano Grifoni.
Alle prossime Palazzuolo!!!

Giovanna Vannini
(Artigiana scrittora)
foto di copertina di Marco Galeotti

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