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Una visita inaspettata
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Una visita inaspettata

57036 Porto Azzurro (LI)
Racconti Horror Racconti
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Una visita inaspettata

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Sono passati alcuni anni da quel giorno di novembre all’isola d’Elba eppure ricordo ancora quei momenti come se fossero accaduti solo da poche ore.
Vivevo con mia moglie in una graziosa villetta a schiera nei pressi del mare e, come ogni posto turistico, giunto l’inverno la via divenne disabitata. Le case erano molte, seppur tutte uguali. Un basso recinto in mattoni le separava l’una dall’altra e ognuna di loro aveva un minuscolo giardino antistante con un cancelletto bianco rovinato dalla salsedine. Quella sera proprio appena terminata la cena un violento temporale si abbatté su quella zona. La pioggia cadeva fortissima e tuoni e lampi l’accompagnavano come in una sinfonia classica. Salimmo al secondo piano dove si trovava solo la stanza da letto e mi affacciai dal balcone per ammirare l’acqua che scendeva per la via. Mi ha sempre affascinato il cattivo tempo. Trascorsi alcuni minuti schiacciato su quel vetro ad osservare danzare la pioggia al ritmo del vento poi mi ricordai che il lucernario sulla mansarda era aperto. Con uno scatto salii i pochi gradini che conducevano al piano superiore per richiuderlo ma ormai era troppo tardi. Superata l’ira della consorte e asciugato il pavimento ci recammo a letto. Dormivo da qualche minuto quanto la mia signora mi svegliò. Ho sentito un rumore sul tetto>> disse.
<<si, si amore, con questo tempo la pioggia batte forte sulle tegole>> risposi io ancora addormentato. Passarono alcuni minuti e sentii nuovamente la sua mano spingermi.
<< senti adesso? Si odono come dei passi>> mi riferì appena mi vide con gli occhi aperti.
Spazientito le dissi <<siamo in una via deserta, solo la nostra luce è accesa nel raggio di centinaia di metri è la pioggia mettiti a dormire>>. Continuava a guardarmi con aria impaurita allora feci un giro per casa, scesi al piano terra e poi salii in mansarda per rassicurarla. Terminato il giro d’ispezione tornai a letto.
<<Niente di niente, tutto in ordine la porta è chiusa bene e con questo tempaccio non c’è anima viva in giro e poi è l’una di notte in effetti chi deve esserci>> dissi soddisfatto. Spensi la luce e mi poggiai pensieroso sul cuscino. Improvvisamente anch’io sentii dei passi proprio sul tetto spiovente. Non erano passi normali, erano piccoli passetti veloci e furtivi che andavano avanti e indietro.
<<non muoverti e non accendere la luce credo proprio che ci sia qualcosa sul tetto, ma come farà a non cadere dev’essere un vero equilibrista >> enunciai con un po’ di sarcasmo.
<<Hai visto te lo avevo detto>> rispose subito lei.
Mi alzai accendendo solo la luce sulla mansarda pensando che qualche gatto stesse cacciando proprio a quell’ora tarda. Volevo solo mandarlo via. Aprii il lucernario e sembro che tutto fosse tornato alla normalità a parte l’essermi bagnato. Spensi nuovamente la luce e feci per andare giù quando proprio in quel momento i passi ripresero e si fermarono proprio all’altezza della finestrella sul tetto. Lentamente salii i gradini e guardingo mi affacciai per vedere. Il cuore si fermò, e dico davvero. Una piccola faccia schiacciata sul vetro del lucernario con due manine aperte accanto mi stava osservando immobile. Quella minuscola testa era completamente calva e non aveva sopracciglia, possedeva solo due  grandi occhi neri che mi fissavano. Balzai con uno scatto al primo piano dicendo a mia moglie di non muoversi e corsi alla porta di casa dopo aver preso un coltello da cucina. Ero solo in mezzo alla strada, in pigiama, tutto completamente bagnato. Solo il vento e l’acqua che cadeva dal cielo mi facevano compagnia. Sul tetto non c’era nessuno. Niente. Feci un giro per il comprensorio, neppur l’ombra di un qualsiasi essere vivente. Mia moglie preoccupata mi attese all’ingresso ma non seppi dare risposte a questa vicenda.
Ora a distanza di anni ancora mi domando chi era quell’essere. Somigliava ad un bambino ma quello che ho visto non era umano e neppure un animale. Forse voleva dirmi qualcosa ma io in preda alla spavento l’ho terrorizzato. Chissà… Magari un giorno avrò modo di rivederlo, nel frattempo ogni volta che la pioggia batte alle mie finestre tendo le orecchie con la speranza di sentirlo ancora camminare.

 

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  1. Guido
    Originalità

    Coinvolgimento

    Stile

    Molto bello

    7 anni fa

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