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Nei tuoi occhi…

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Ospedale Pausilipon
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Nei tuoi occhi…

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14 Maggio 2012
Ci sono cose, nella vita, che restano per sempre..
Attimi che ci legano al passato, ricordi più o meno vivi alcuni indelebili per sempre, altri ci accompagnano per piccoli o lunghi periodi ma poi finiscono per essere dimenticati. Paradossalmente tendiamo a ricordare quelli più tristi, quelli che hanno segnato la nostra esistenza con le lacrime.
Al terzo squillo di telefono riesco a rispondere. Laboratorio di analisi, gli esami sono pronti. E’ difficile a parole spiegare quella sensazione che si prova quando dentro te sai che qualcosa sta sfuggendo di mano. Ancora non sai cosa, ma ti rendi conto che sta per succedere. Mentre ascoltavo, cornetta alla mano, in mente ripensavo alle parole del dottore :”..ci vorrà una settimana per avere queste risposte, occorre un po’ in più per le prove allergiche..” E forse quella sensazione stava trapelando dal mio corpo perché, una volta messo giù il telefono, mia moglie subito chiese chi era e perché sembravo preoccupato. In realtà ero molto più che preoccupato: la mia era paura. Quella paura di chi non sa, di chi sente che c’è qualcosa che sta per succedere, come una bomba pronta ad esplodere e la ci miccia è già stata accesa. Mi precipito al laboratorio ma nel breve tratto di strada che ci separa da casa non faccio altro che ripensare al modo in cui mi è stato comunicato di passare per il ritiro dei referti. Se occorre una settimana e il prelievo l’abbiamo fatto di sabato mattina non  ha senso essere chiamato il lunedì. Nel mezzo c’è stata solo la domenica. Perché già mi hanno chiamato? Cosa è successo? La voce… Il tono di voce della segretaria, ecco cosa non va. E’ un tono apprensivo di chi vorrebbe dirti tante cose ma mai quella che stai per scoprire. E io l’avevo capito.


Tutti i dubbi mi furono tolti nell’attimo in cui entrai nel laboratorio: la segretaria nel riconoscermi si rivolse al dottore, che non riuscivo a vedere perché era nella stanza accanto, dicendo: “Dottore è arrivato”
La voce le tremava, anche le mani tremavano.
Le sue prime parole quasi non avevano suono. Io guardavo le sue labbra, si muovevano, mi stavano dicendo qualcosa. Ma cosa? Globuli bianchi? Valori sballati? Prove incrociate? Leucemia? Non capivo, o meglio, io capivo e come. Quello che non capivo era se stava accadendo sul serio, se quel vortice che aveva iniziato a girare in maniera violenta ci stesse tirando dentro a tutti noi. Ricordo che la prima cosa che pensai fu di trovare un modo per dirlo a mia moglie, nell’atto più grande che un uomo possa compiere di vigliaccheria speravo di poter fuggire dalla realtà. Continuavo ad ipotizzare un dialogo con mia moglie nel quale le spiegavo che nostra figlia si era ammalata di leucemia. In realtà stavo ancora cercando un modo per dirlo a me stesso. Il dottore mi salutò raccomandando di recarci al più presto in una struttura ospedaliera perché la bambina necessitava quanto prima di cure mediche. Mi indirizzò al Pausilipon di Napoli perché è li che vengono trattate le leucemie.
Leucemia. Un termine ascoltato chissà quante volte.     Cosa è realmente la Leucemia? Perché? Perché proprio a noi? Perché alla mia bambina?
Ora quella sensazione che avevo all’andata, durante il tragitto verso casa, era mutata. Ora provocava una morsa durissima alle pareti dello stomaco. Mi stringeva alla gola permettendomi a malapena di respirare. Il respiro era sempre più corto, le lacrime scendevano lungo il viso fino a bagnare la maglia. Perché? Perché alla mia principessa?
Ciò che avvenne nei minuti successivi è solo un ricordo confuso. Le urla, i pianti disperati, parole buttate li senza senso. Non credo che in tutta la mia vita abbia visto mai cosi tanta sofferenza come quella che lessi negli occhi di Lisa, mia moglie. Come si fa a dire ad una madre che la figlia si è ammalata di Leucemia? Io l’ho fatto nel modo peggiore, le parole mi sono mancate, l’aria nei polmoni mi è mancata, ho cercato di prendere fiato, ho cercato di respirare, ho lottato contro ogni singolo battito di cuore pur di restare in vita, ma sono solo riuscito a pronunciare: “..leucemia..”
Sono passati cinque lunghissimi anni da allora, la mia principessa ha vinto.
Ma non è stato per nulla facile…

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