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Marinai e sognatori

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Porto di Ortona
66026 Ortona (Chieti)
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Marinai e sognatori
 

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Si chiama Enza Madre ed è tutta dipinta di verde. Dalla conformazione dello scafo e dalle attrezzature dovrebbe essere una tonnara. La targa è SA258 e immagino sia stata immatricolata a Salerno. Appesi su uno strallo con delle strane mollette ci sono dei calzini neri e dei guanti da lavoro. Mi avvicino fin quasi al bordo per osservare un enorme nodo gassa d’amante avvinghiato ad una bitta tutta incrostata di ruggine. Stasera c’è un vento caldo , un bel garbino con raffiche di 15 nodi o forse più , passeggio nella penombra e vado dritta al faro rosso a luce rossa, bellissimo, lungo il molo dei Saraceni . Durante il tragitto di circa un km e mezzo sono quasi al buio , le uniche lucine sono quelle in cima alla canna di silenziosi pescatori. Sembrano lucciole volanti .Mi chiedo cosa possano pescare qui , forse quei pesci che dalle mie parti si chiamano mujelle , quelli che nuotano in superficie tra gli scarichi dei motori e gli olii esausti. Dalle poche parole che si scambiano tra loro sembrano rumeni o comunque di un paese dell’ est. Più in là, in posizione defilata, 4 pescatori solitari ben distanti tra loro . Mi hanno sempre affascinato i pescatori solitari, mi sono sempre chiesta cosa pensino da soli tutto il tempo, cosa contenga la loro retìna acchiappa sogni . Non so perché ma devono essere delle belle persone con una filosofia di vita ormai dimenticata.
Intere famiglie di felini sono in bilico sul muraglione : gatti neri, tigrati , bianchi, grigi e intravedo anche due improbabili siamesi. Dei marittimi escono all’improvviso da una vongolara e gettano ai gatti alcuni pesci contenuti in una nassa di polistirolo. Dopo i gatti so che all’alba arriveranno gabbiani e cormorani a spazzare i moli e affollare il cielo di stridii e sventagliate d’ ali .
In lontananza intravvedo i lampi e le eclissi del faro di Punta Penna , meraviglioso e altissimo con una portata di luce pazzesca. Il faro di Ortona , quello di terra a strisce bianche e nere, ha 2 lampi e 4 eclissi , 2 lampi e 4 eclissi , 2 lampi e 4 eclissi….Mi incanto a guardarlo , i fari sono ipnotici .
Continuo a passeggiare lenta calpestando una miriade di piccole chele di granchio che formano un tappeto scricchiolante per terra. Quando si tirano su le reti, granchi , piccole conchiglie, lumachine e crostacei si impigliano nel groviglio di nylon e i pescatori devono scrostare le reti poggiandole su treppiedi e assi di legno gettando tutti i gusci sulla banchina.
Alzo lo sguardo in alto e mi appare la statua di San Tommaso che con il dito alzato mi indica il libro del cielo . San Tommaso che non crede, San Tommaso l’incredibile. San Tommaso greco ed ortonese. Mentre cammino tra i pescherecci un marinaio mi fa cenno da una motobarca : vuole conoscere il mio cane , una razza che non ha mai visto e sembra divertito e incredulo nell’incontrare un bulldog inglese. Viene da un villaggio algerino e mi chiedo come diavolo ci sia capitato un figlio del deserto in mezzo al mio mare . Il peschereccio viene da Porto Empedocle e va a sardine in una zona ben precisa dell’Adriatico dividendone i tratti di mare con altre 6 flotte sicule e campane. Continuo sul molo e vedo una vongolara che ha issato tre palloni neri sull’albero : nel linguaggio nautico significa ” imbarcazione incagliata. ” Sebbene il porto sia ben ridossato le barche rollano e beccheggiano come in trance emettendo il classico suono così caro agli amanti del mare e dei porti . E la fantasia corre : il vento tra gli stralli sembra una chitarra dolente. È arrivata la bassa marea.

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