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La gatta squarciò la sabbia nera e balzò in avanti. Davanti c’era il mare, un mare intenso, blu, rivelatore. Non avrebbe dovuto essere lì, tuttavia, ora, quello era il suo posto. Il presente mutava il passato e apriva un nuovo orizzonte. Non era pronta a ricominciare ma quell’acqua era accattivante. Eppure l’umido lo preferiva sentirlo solo sotto i baffi quando lo mangiava e non così concentrato e esuberante a pochi passi dal suo corpicino striato. Quell’infinito e imponente manto scuro era la sua nuova realtà. Era sola sì, ma non abbandonata, aveva paura certo, ma non si sarebbe arresa. Il suo esemplare spirito ribelle l’avrebbe salvata da ogni possibile sventura. Avanzò verso la battigia inzuppata e una saetta le si scagliò nella mente. Eccola la sua verità: si ricordava di Lei, ne aveva nostalgia, il suo cuoricino ne era ricolmo, ma ormai Lei era distante, troppo distante perché potesse sentirla. Avrebbe potuto urlare, come sapeva fare quando aveva fame o sete, ma non sarebbe bastato persino ora che avrebbe fatto meglio di tutte le altre volte. Avvicinò le zampe anteriori a quelle posteriori e si chiuse in se stessa cingendosi con la coda. Espulse un sussurro lieve, arrendevole e malinconico e cominciò a pensarla. Era il suo amore, il suo amore perduto.

 

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  1. Salvatore
    Originalità

    Coinvolgimento

    Stile

    Storia emozionante… piena di significati nascosti… ottima autrice…

    6 anni fa

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