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Nel sole di Muntisola

Nel sole di Muntisola

Monte Isola (Bs)
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Nel sole di Muntisola

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Il sole scintillava tra lo sciabordio delle onde. Scesi dal trenino a due vagoni, l’aria sembrava differente.
Era quella sensazione di andare in un posto privato, quasi intimo, lontano dal fracasso moderno, dove anche le dimensioni ridotte cambiano tutte le prospettive.
Forse era la nostra voglia di libertà ed estate che ci dava un’energia nuova. Dimentichiamo a bordo dell’accelerato pensieri e frenesia. La stazione è adiacente all’attracco del battello, oche e cigni starnazzano felici indicando la via. Lo sguardo si apre su una distesa turchina declinata in tutte le sue sfumature, senza soluzione di continuità tra cielo, lago e le colline in cui è incastonato.
Il piccolo monte ci salutava, era lì vicino che ci attendeva a soli pochi minuti di traghetto. Imperava una gran quiete, i volti distesi.
Sull’altra riva, il primo benvenuto è quello di un porticato decadente, sedie in vimini circondate da rampicanti, un passaggio che introduce gentilmente verso il centro del paese. A destra, l’ombra della montagna e l’officina dei mastri artigiani che lavorano le barche, l’odore del legno e la segatura riempiono nuvole. Seguendo il tepore del giorno ed il flusso di persone, i primi passi sono verso il porticciolo che abbraccia un paio di pescherecci a riposo.
Il cammino s’inerpica tra case arroccate e scalinate improbabili che collegano la spiaggia con la parte alta dell’isola. Terrazze con colonne dal sapore classico si affacciano sull’orizzonte.
I pescatori appendono uno ad uno i pesci, come da tradizione secolare. Nell’aria primaverile svolazza il bucato bianco. La passeggiata è tra gli ulivi nodosi, custodi di terreni antichi e segreti lontani.
La scuola materna è una casa d’altri tempi con giochi colorati in giardino. Tra le strade strette rombano in velocità le vespe anni ’60. L’altra isoletta privata satellita a pochi metri di distanza, imperturbabile nella sua solitudine, mentre il paese si anima per l’ora di pranzo.
L’acqua trasparente avvolge di riflessi il borgo. La perla dell’Iseo, tra natura rigogliosa, colonie di gatti e corridoi di fiori che incorniciano vie e plateatici, si lascia apprezzare nel respiro lacustre in una giornata calma. Gli anziani, seduti sugli sgabelli, raccontano le novità della settimana. Qui si cammina, in salita e senza comodità; le pareti rocciose ricoperte di vegetazione sono il retaggio di un terreno selvatico. Un migliaio o poco più di anime, i forestieri si riconoscono subito. I bambini esplorano con il cannocchiale panoramico, saltellando dalla panchina, mentre i cani corrono tra il bagnasciuga ed i fiori. L’albero di mimose troneggia nel rinato verde. Sculture e quadri di artisti locali segnano il sentiero, ma il fascino dell’isola è la sua meravigliosa semplicità.
Dall’ombra di un interno spicca l’accecante azzurro che inonda animi e spazi. Increspature zaffiree riverberano luccichii allegri. Dentro, al bancone il sorriso schietto del ragazzo tatuato con rose, occhi  vivaci che guizzano più del brillantino che ha sullo zigomo. La signora della cucina scherza con i lavapiatti ed i presenti, così  quel caffè preso lì, quasi per sbaglio, diventa un ricordo.

 

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  1. Denis
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    La VagaBionda

    6 anni fa

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