Storie di Città

Racconti e Poesie originali e geolocalizzati

  • Home
  • Pubblica e Geolocalizza le tue Opere
    • Regolamento
    • Invia la tua Opera
  • Accedi
  • Registrati
Menu
  • Home
  • Pubblica e Geolocalizza le tue Opere
    • Regolamento
    • Invia la tua Opera
  • Accedi
  • Registrati
  • Sfoglia Categorie
      • 685Poesie
      • 393Racconti
  • Chi siamo
  • Blog
  • Contattaci
Da Firenze a me stessa

Da Firenze a me stessa

Piazza del Duomo
Firenze
Storie Vere Racconti
1 Review
Condividi

Condividi:

Condividi:

  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
Write a Review

Da Firenze a me stessa

visita su Google street view  

Io non ci volevo andare a Firenze. Non solo perché già ci ero stata. Non solo perché non amo visitare più volte lo stesso luogo. Avvertivo lo strano bisogno di muovermi. Di andare non so dove. Ma sentivo che non era Firenze la città giusta per me in quel periodo. Io non ci volevo tornare a Firenze. Lo ripeto. Non in quel luogo in cui tu mi hai resa felice. Non in quel luogo in cui mi hai presa per mano su quel ponte stra-illuminato da tutti quei gioielli e mi hai promesso che quella luce sempre avrebbe abitato la nostra storia. Ponte vecchio. Il mio ponte preferito. In assoluto.
Avevo un vuoto prima di partire. Non Firenze. Era un po’ la nostra città. O per lo meno così la consideravo. Quale delle città in cui eravamo stati non definivo un po’ nostra? Ma “nostro” è un aggettivo di cui non posso più servirmi parlando di noi, di un noi che non c’è più e mai cesserà di esistere. Ma Firenze l’ho amata forse quanto te.
A Firenze, alla fine, ci andai e come. Eravamo in quattro e già su quel treno mi sentivo un pesce fuor d’acqua. Dove stavo andando? Volevo scendere. Ero totalmente insofferente. Non mi piaceva parlare con le persone che mi accompagnavano in quel viaggio. Viaggio rivelatore. Per me. Per me stessa. Per il mio modo di amare. Per il mio modo di sentirlo quell’amore. L’amore della mia vita. L’amore per la mia vita.
Dopo meno di due ore arrivai in quella città. Nella nostra città. Nella mia città. Raggiunsi il B&B che affacciava semplicemente sull’Arno. La prima cosa che feci fu aprire la finestra e proprio lì, dinanzi ai miei occhi…Ponte Vecchio. Non riuscivo ad emozionarmi, non potevo. Qualcosa mi bloccava. Era un viaggio, una vacanza, un week-end tra amici ed io ero avvolta da una malinconia preoccupante. Non riuscivo a smettere di pensare a lui. Volevo lui al mio fianco. Avrei voluto essere lì con lui. Non c’era. Punto. Non potevo cambiare la situazione. E iniziai ad apprezzare tutto ciò che in quei tre giorni, brevi e intensi, mi capitò.
Bene, quando narro della mia seconda visita a Firenze non mi dilungo sulla casa di Dante, sugli Uffizi, sul David, sul campanile di Giotto, sulle tombe in Santa Croce, sull’imponenza della statua di Dante che ti scruta. Quando racconto del mio viaggio a Firenze e delle cose che ho vissuto, visitato e assaporato io mi dilungo esclusivamente sulla cupola del Brunelleschi e sul cibo.
Quando entrai nel Duomo non esitai a salire sulla cupola delle cupole. Non vi era ragione alcuna di chiedermi se potessi farlo, se potessi salire fin lassù. Lo feci. Era tutto stretto. C’era troppa gente. Volevo scappare. Volevo svenire. Non potevo. Non vi era spazio libero. Non c’era posto per la mia ansia. Mi voltai alle mie spalle e non c’era via d’uscita. Continuai a guardare avanti e la fila non scorreva. Credetti davvero che sarei morta lì. Lì e senza te. Dove eri? Cazzo. Avevo bisogno di te. Di lui. Ero assalita dalla struggente consapevolezza che solo lui mi avrebbe calmata. Solo lui mi avrebbe guarita. E nel provare tutte queste emozioni realizzai che mi aveva fatto del male. Era una malattia. Malato era il sol pensiero di non poter respirare senza lui. Respirare è la cosa più naturale per noi umani. Ed io non sapevo più farlo. Fui così spaventata dal mio dolore che non accettai il fatto stesso. Non potevo concedere a me stessa di non vedere la luce. E la vidi. Finalmente. La vidi quella luce. Giunsi in cima. Mai cima fu così alta. Ero attratta dal vuoto che si poneva tra me e la città in cui guarii. Mi correggo, in cui iniziai la mia guarigione. La mia guerra. Ma quel vuoto era pieno delle mie vertigini e decisi di scendere al più presto.
Ero fuori. Ero libera. Una libertà che sapeva di chiusura. Ero chiusa in quella storia. La nostra. Ma ammetterlo era il primo passo da fare. E lo feci. Feci quello che non tutti fanno all’inizio della fine di un amore. Iniziai a reagire e continuai a mangiare. Sì, Firenze è il panino con il lampredotto che ho assaggiato per la prima volta alle 10.30, dopo aver fatto colazione. Firenze è la pappa al pomodoro ed un solo piatto non può bastare. La bistecca fritta che non può essere descritta in alcun modo che non richieda l’assaggiarla in una delle osterie site nella piazzetta di S. Agostino. I salumi perfettamente posizionati nelle focacce calde e salate. Il gelato artigianale che sostituisce il cornetto caldo che amo mangiare di notte. Tutti a Firenze mangiano il gelato. E non mi va di parlare di altro perché finirei con l’oltrepassare i confini della città che ho scelto di raccontare attraverso questa storia che sa di verità. Amara e pura verità.
Prima di andar via non potevo non passeggiare per Ponte Vecchio. Ero attenta a tenere le mani nel mio giaccone. Era l’unico modo per riscaldarle poiché Firenze, quella volta, non mi offrì il calore delle tue mani. Quindi intesi che quella non era più la nostra città. Non lo era più perché il luccichio di quei tanti gioielli non era meno luminoso di quando lo scoprii con te, nemmeno se confrontato con i miei occhi spenti.
E così lasciai quella città. E nel viaggio di ritorno fui fiera di me. Meno spaventata. Meno terrorizzata. Fin troppo coraggiosa. Quella città mi donò la voglia di viaggiare e da quel momento non mi fermai. Da quel momento ho iniziato a viaggiare senza sosta. Viaggiare alla ricerca di una città che potesse essere solo mia. Da allora ho iniziato il mio viaggio con me stessa verso me stessa.
Dopo Firenze fu la volta di Praga. Poi le Egadi. Ustica. Le infinite isole della Cefalonia. Atene. Londra. Edimburgo. Oxford. Brighton. Amsterdam. Tutto ciò in un anno e mezzo. Poi sono ritornata e non ho mai smesso di viaggiare, pur restando inchiodata qui. Ora ripartirò. Tra una settimana. Milano. Sì, andrò lì. Mi trasferisco a Milano. Chissà per quanto. E non so se quella sarà la mia città. Già, ancora non l’ho trovata. E se nemmeno questa sarà quella giusta, quella da fare mia, quella da reputare mia non importa. Viaggerò con l’unico modo che mi porterà nel posto al quale appartengo. Se il mondo non mi basterà, andrò lì. Lì, dove solo la scrittura può condurci.

In collaborazione con Circolo16
 

Cerca altre Storie nella tua Città


Benvenuto

Ora invia una Recensione

Ordina Per

  1. fgresrfgr
    Originalità

    Coinvolgimento

    Stile

    rega

    3 anni fa

Annulla risposta

Altre Storie in Zona

    Da Firenze a me stessa

    Circolo16

    Profilo dell'Autore

    Collegati con l’autore

    • Twitter URL
    • Facebook URL

    Visualizzazioni

    695

    Sei un Autore?

    Autore

    Unisciti al nostro Progetto!

    Registrati su Storie di Città. Potrai pubblicare e geolocalizzare le tue opere, lasciarle impresse in un luogo, farle leggere a migliaia di lettori e potrai promuovere gratuitamente i tuoi libri!

    Registrati Ora

    STORIEDICITTA.IT

    "Dedicato a tutti coloro che conoscono l'arte dello scrivere, a chi ama viaggiare, ma soprattutto a tutti quelli che hanno sete di leggere!"

    Il Team di Storiedicitta.it

    www.storiedicitta.it

    Storie di Città

    • Condizioni d’uso
    • F.A.Q.
    • Privacy Policy
    • Pubblicità
    • Contattaci

    Link interessanti

    • Bookabook
    • Eppela
    • Amazon Libri
    • Scuola Holden
    • Salute Privata
    Copyright Storie di Città - storiedicitta.it © 2019 Tutti i Diritti Riservati
    • facebook
    • twitter
    • google
    Copy Protected by Chetan's WP-Copyprotect.

    Login

    Register |  Lost your password?