Storie di Città

Racconti e Poesie originali e geolocalizzati

  • Home
  • Pubblica e Geolocalizza le tue Opere
    • Regolamento
    • Invia la tua Opera
  • Accedi
  • Registrati
Menu
  • Home
  • Pubblica e Geolocalizza le tue Opere
    • Regolamento
    • Invia la tua Opera
  • Accedi
  • Registrati
  • Sfoglia Categorie
      • 685Poesie
      • 393Racconti
  • Chi siamo
  • Blog
  • Contattaci
La Lucania dei calanchi

La Lucania dei calanchi

75010 Aliano (Matera)
Luoghi e Paesaggi Racconti
0 Reviews
Condividi

Condividi:

Condividi:

  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
Write a Review

La Lucania dei calanchi

visita su Google street view  

 

La Lucania non è per tutti e anche i grandi viaggiatori si stupiscono di questa geografia dell’inaccessibile , dell’abbandono inghiottito che sprofonda senza far rumore come le nostre fragilità nascoste che questi luoghi ti fanno ricordare, una Lucania dove ti affatichi senza poter fiatare, è inutile imprecare, non c’è nessuno in giro, solo vento e qualche animale notturno, neanche i cani ci sono, perché i cani vogliono i padroni ma qui padroni non ne vedi.
Di notte i cieli stellati della Lucania sono strazianti nella loro bellezza e la Via Lattea regala a questi luoghi una magica polvere di stelle , quasi a compensare , con le scintille blu, il colore di un’acqua che non c’è.
La Lucania dei calanchi poggia sulle creste e sugli strapiombi e le strade sono senza segnali e senza protezione, ogni tanto una frana non segnalata ti rigetta indietro di chilometri.
Sei nel fondovalle dopo aver percorso pianure che sembrano savane senza alberi e tornanti in bilico sulle crete , intravedi dei paesi a nido d’aquila e pensi – ecco, tra un po’ arrivo e trovo una fontana, un benzinaio, una farmacia – e invece niente , sei approdato in un non-luogo che ti rigetta ancora giù e t’impone di calcolare i chilometri al millilitro e ti fa fare il segno della croce affinché non ti si rompa la macchina e che tu non cada in uno strapiombo – ti ritroverebbero forse dopo qualche giorno – forse – insomma devi essere un duro ed abbandonarti come il falco solitario ad un cielo riarso .
Eppure sei felice, ti senti libero e invaso da una bellezza inesprimibile nel sentire profondamente il senso della terra , delle zolle , nel conoscere tutte le direzioni del vento, dove vanno a finire i semi e la paglia, le mosche, la polvere , osservi i calanchi e ti ricordi delle dune del deserto mobili e mai uguali perché soggette ad un continuo capriccio del vento , così li senti vivi, cangianti in quel piccolo spazio di tempo regalato alla felicità immaginata mentre eserciti strategie di sopravvivenza e componi tra le pareti dei silenzi.
Non mi era mai successo di avere così tante difficoltà a reperire una struttura dove dormire : il luogo è remoto, non si lascia addomesticare, per fare 15 km. impieghi tre quarti d’ora d’auto, le pietre del territorio sembrano sbriciolarsi sotto al sole , un luogo di caccia medievale, cinghiali e rapaci , cani inselvatichiti e cicale sfinite dal tanto frinire.
Ecco il mio luogo dell’anima: un’anima assetata piena di versi silenziosi.
Getto la chiave del vissuto quotidiano ed entro sulla soglia dei paesi della fine del mondo ordinario.
Sono anche disposta a dormire in una stalla, in una grotta, sopra una stella..
Ma so che il mio letto poetico è pronto e le immagini attendono i miei occhi come le spose velate nella prima notte d’amore.
Ho fatto il mio passaporto per la Lucania.
Come una sciamana solitaria inizio a camminare lentamente lungo le strade sconnesse di un paese dissestato da frane e dimenticanza con tutto il gravoso peso della mia immaginazione, sentendo il calore bruciante del sole come se stesse spaccando le alture in solchi profondi.
La mia testa è ormai infuocata dallo scirocco.
Alla ricerca di un albero inesistente girovago come una cicala impazzita fino ad arrivare all’unico bar del paese dal nome improbabile e con un’antica pubblicità anni ’50 della Peroni, le sedie e i pochi tavolini di plastica , posizionati strategicamente proprio sulla via principale che, ridicolmente, potrei definire dello “struscio “.
Lo “struscio” ! – Ma chi ci viene qui a passeggiare per farsi vedere, chi si mette il vestito buono per sfoggiare una ricchezza che non c’è? – Poi noto un’eleganza del gesto che mi stupisce: il ragazzo mi versa la birra in un calice girando il polso come un ballerino di flamenco , noto nei suoi occhi un piacere misto ad orgoglio quando lo ringrazio con un bel sorriso.
Fa caldo, la birra non è una buona scelta ma la Coca Cola qui mi sembra una nota stonata, non mi va. L’altro tavolo è occupato da tre anziani che giocano a carte con tre bicchierini di vino bianco la cui forma e contenuto mi ricordano tanto le ‘ombre’ veneziane: ritorno alla realtà del Sud quando la partita si fa accesa : gli anziani cominciano ad alzare il tono di voce, parlare in un dialetto davvero incomprensibile e buttare le carte in tavola come se stessero schiaffeggiando il ripiano , sorseggiano però il vino centellinandolo e tengono in mano il bicchierino come se fosse di cristallo, con una grazia leziosa quasi settecentesca. Un altro giro di vino , la partita finisce e poi….il silenzio.
Vado a sciacquarmi il viso alla fontanella della piazza ma è piena di vespe- ce ne sarà un nido intero – inoltre l’acqua esce stranamente calda così riprendo posto vicino al mio tavolino rosso e chiedo un caffè.
Ritorna il cameriere ballerino e stavolta dà il meglio di sé : caffè buonissimo , tazzina come quella della nonna con 3 tipi di zucchero ed un coccetto di latte per macchiarlo. Pazzesco, neanche al Café de Paris ti trattano così e poi la sorpresa finale sullo scontrino: conto totale di due birre da 66 cl. + caffè euro 2,60 ! Richiamo il ragazzo e gli dico che forse c’è un errore , lui quasi offeso comincia a darmi del lei per prendere le distanze dicendomi che no, assolutamente, è tutto regolare.
Allora gli chiedo scusa dicendogli che da noi il conto sarebbe venuto il doppio e lui mi dice che nel suo paese sono onesti e che è quello il prezzo e a me sembra di stare in qualche luogo del Medio Oriente, dove gentilezza ed orgoglio sono l’identità culturale della gente.
Guardo l’orologio , è finita la controra, mi alzo e prima che chiuda il cimitero, vado a dare un saluto al signor Levi pregando sulla pietra tombale che ha una manciata di sassi al posto dei fiori.
È il rituale di sepoltura ebraica .
Buonasera don Carlo.
E grazie di tutto .

Cerca altre Storie nella tua Città


Benvenuto

Ora invia una Recensione

Annulla risposta

Altre Storie in Zona

    La Lucania dei calanchi

    Mirella Barteloni

    Profilo dell'Autore

    Visualizzazioni

    290

    Sei un Autore?

    Autore

    Unisciti al nostro Progetto!

    Registrati su Storie di Città. Potrai pubblicare e geolocalizzare le tue opere, lasciarle impresse in un luogo, farle leggere a migliaia di lettori e potrai promuovere gratuitamente i tuoi libri!

    Registrati Ora

    STORIEDICITTA.IT

    "Dedicato a tutti coloro che conoscono l'arte dello scrivere, a chi ama viaggiare, ma soprattutto a tutti quelli che hanno sete di leggere!"

    Il Team di Storiedicitta.it

    www.storiedicitta.it

    Storie di Città

    • Condizioni d’uso
    • F.A.Q.
    • Privacy Policy
    • Pubblicità
    • Contattaci

    Link interessanti

    • Bookabook
    • Eppela
    • Amazon Libri
    • Scuola Holden
    • Salute Privata
    Copyright Storie di Città - storiedicitta.it © 2019 Tutti i Diritti Riservati
    • facebook
    • twitter
    • google
    Copy Protected by Chetan's WP-Copyprotect.

    Login

    Register |  Lost your password?