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A San Vincenzo

A San Vincenzo

Corso Italia
57027 San Vincenzo (Li)
Storie d'Amore Racconti
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A San Vincenzo.

visita su Google street view  

 

Andrew era affacciato al balconcino di una bella casa color  salvia a due piani,  in Corso  Italia,  prospiciente al porticciolo. Guardava il  panorama  di  San  Vincenzo come  faceva  sempre  quando  era lì   in  vacanza. Il  paese  vecchio  si  stendeva  ai  piedi   della  collina di  San  Carlo, stretto  fra  la  ferrovia  e la spiaggia che  in  quel  punto era  interrotta dal  porticciolo turistico,  ristrutturato  ed  ampliato  da  pochi  anni.  Le  case nuove  del  borgo si arrampicavano sui  fianchi della collina   in  cerca  di  spazio, fra  gli  uliveti grigio argentei.  Abbassò gli occhi sui pochi  turisti e  i residenti che sfilavano vociando  avanti ed indietro lungo  la strada in quel bel pomeriggio di fine dicembre.  Sembrava cercare qualcuno con lo sguardo e finalmente lo scovò.  Fece grandi gesti per farsi notare, chiamò a gran voce  ma la persona in questione, una donna, sembrò non sentire né vedere: continuò,  apparentemente noncurante, la sua passeggiata, sparendo alla vista dell’uomo che immediatamente rientrò  e si fiondò  in strada.  Non poteva lasciarsela scappare così: era un anno che attendeva quel momento  e per nulla al mondo avrebbe rinunciato a parlarle di nuovo.  Scese in strada e tornò a guardare  la folla per individuare  quella figuretta vestita di blu  con una grande borsa gialla, poco  adatta alla stagione per il colore e  il materiale di  cui era  fatta. Era alto e sovrastava  di tutta la testa  la media delle persone che stavano transitando: non avrebbe dovuto aver problemi a vederla.  Si spostò nella direzione in cui lei si era diretta, via  Emanuele 2°, l’isola  pedonale, dribblando i  gruppetti  di  persone e a volte anche spintonando chi lo intralciava, ma non riuscì a raggiungerla. Forse lei aveva  svoltato in  una delle  viuzze che portavano oltre a piazza Serini, verso i  nuovi  negozi  di  fronte  al  porto.
Deluso e stizzito, si sedette al bar “della  Fontana”, vicino al suo palazzo, ed ordinò un cappuccino.  Sedette  al  tavolino più vicino alla vetrata ed all’uscita per  non  perdere  di  vista la  strada  e per  poter  schizzare fuori  velocemente. Certamente lei sarebbe ripassata  lì davanti, tornando dalla sua passeggiata o almeno lui così sperava.  Attese,  senza distogliere lo sguardo  dalla folla, ma inutilmente. Infine si alzò  e raggiunse quasi correndo  la rotonda sul porticciolo. Lei poteva essere lì. Quello era un luogo  che a lei piaceva,  molto significativo per loro due. Chissà se lei ricordava? Non poteva aver dimenticato!  No, non poteva. Quanto avrebbe voluto abbracciarla e baciarla ancora! Dopo  il  loro  primo  incontro e  la loro  brevissima “relationship”, si erano sentiti  in chat e lui le aveva rinnovato  il suo amore  e la sua proposta di  lasciare tutto e  tutti e partire con lui. Aveva dato la parte migliore di sé  e della sua vita  alla famiglia, ora avrebbe dovuto pensare un po’ a sé stessa, vivere con lui, in serenità e senza angustie economiche. Aveva provato  ad allettarla con i suoi progetti: le avrebbe insegnato a giocare a golf ed a governare la sua barca a vela, l’avrebbe portata con sé  nei suoi frequenti viaggi di lavoro in giro per  il mondo ma lei fu irremovibile nel rifiutare la sua proposta. Fra loro poteva esserci solo amicizia, doveva esserci solo amicizia, se si fossero ancora incontrati.  Cedere a quell’amore, a quella passione, era stato un errore che lei non doveva fare mai più. Rispettava troppo il marito e la famiglia per  abbandonarli. Già  quell’unico  momento  di  debolezza la  faceva  sentire terribilmente in colpa! Andrew era rimasto senza parole, deluso, affranto, e per alcuni giorni non l’aveva contattata  ma poi  il desiderio della  sua voce e del  suo  sorriso aveva prevalso. Lei fu ancora irremovibile e gli tolse anche la possibilità  di chattare con lei. Seguirono lunghi e tristi mesi pieni solo di solitudine  e disperazione per lui.  Si era perfino recato nella città  di lei, per  cercarla e  parlarle  ancora, ma con i pochi elementi  che possedeva  non era riuscito  a trovare l’indirizzo  preciso. Poi, finalmente, dicembre era arrivato ed  Andrew sperava che il porticciolo di San Vincenzo  sarebbe  stato teatro  di un loro nuovo incontro. Una fila di lampioni rischiaravano tutto il perimetro della rotonda, creando un arco di luce sul piccolo porto turistico. Le barche sottostanti dondolavano serene nell’acqua scura, appena  increspata  da una leggera brezza.  All’estremità della rotonda, dove l’aiuola terminava  con un oleandro e una  statua  post moderna un  po’ bruttina, in una zona meno rischiarata dai cerchi di luce dei lampioni, finalmente la vide.  Era appoggiata alla balaustra e guardava l’orizzonte, oltre il porto.  Corse per non lasciarsela sfuggire un’altra volta, ma qualcosa  nell’atteggiamento di lei gli lasciò intuire che  lo stava aspettando.

–          Ciao! Non vedevo l’ora di rivederti!  – lui le disse.
L’abbracciò ed il suo non voleva essere solo un abbraccio amichevole, come tanti fanno al posto  di una stretta di mano, ma la dimostrazione  di tutto l’amore  che provava per lei.
–          Ciao! Come stai?
Parole banali che lui sapeva sottintendevano  frasi che non dovevano più essere pronunciate. Parlarono del tempo, del loro lavoro, delle ultime letture  fatte e di mille altre cose … tutte banalità rispetto a quello che avrebbero voluto dirsi e che rimase in sospeso tra loro, tangibile come sempre.
–          Sai? C’è mia figlia con il suo ragazzo, quest’anno. Voglio presentarteli! Vieni su da me?  Da noi? ( si corresse)
–          Diciassette  anni! Un’età splendida! Il suo lui ti piace?  Chiese lei, evitando di rispondergli direttamente.
–          Boh! Sembra essere un bravo ragazzo! Se mi accorgo che la fa soffrire  lo strozzo!
Lei rise. Non dubitava affatto  che lui potesse fare una cosa del genere. Adorava sua figlia: era l’unica persona della famiglia che gli rimaneva, dopo la morte della moglie, oltre  a  sua  madre.
–          Allora … vieni su? – chiese di nuovo lui.

–          No, lo sai …  te l’ho detto mille volte!
–          Ed io te lo chiederò  ancora altre mille volte! Voglio  che lei ti conosca e capisca quanto tu sei importante  per me.
Lei scosse la testa in segno di diniego, evitando di parlare. Anche senza vederla in viso, lui seppe che stava per piangere. Si zittì e sfiorò  con la sua mano  la spalla di lei ed anche in quel gesto vi era un condensato di comprensione, tenerezza, amore.


–          Ti posso almeno accompagnare al tuo residence? No, certo … (la sua voce aveva un filo di ironia) Almeno … ripasserai di qui domani?
Lei stava per dir di no, poi l’espressione disperata di lui  la convinse  ad annuire. Una stretta di mano e null’altro, poi lei si girò e si avviò attraversando la rotonda, verso la strada del passeggio. Lui la seguì con lo sguardo finché si perse di nuovo  fra quelle figure infagottate  nei  loro cappotti , come per imprimersi nella mente  tutto di lei che lo facesse sopravvivere fino al loro prossimo incontro. Rimase lì ancora qualche minuto, le spalle  al porticciolo e  lo sguardo rivolto alla collina  di  via  del  Castelluccio,  dove  sicuramente  lei si stava  recando, e  oltre, verso San Carlo. Per  un  attimo  fu  distratto dallo  spettacolo che  San Vincenzo offriva:  mille  luci  si  stavano accendendo,  illuminando  la  collina che  sovrastava  il  piccolo  porto. Sembrava  un  presepe. Abbassò  lo  sguardo  sulla chiesa proprio  di  fronte  a  lui, anch’essa tutta  illuminata, al  di là della via, quasi  in  una  muta  preghiera.
Il pomeriggio successivo   lui si piazzò al tavolino  del solito bar vicino  casa, in una posizione strategica  dalla quale non poteva mancare di vedere ed essere visto. Era nervoso e non riusciva a nasconderlo.  Accanto a lui sedevano due ragazzi che dopo aver sorseggiato due birre e sgranocchiato qualcosa,  non nascondevano più la loro impazienza.
–          Dai papà … noi andiamo!
–           Fermatevi ancora qualche minuto per favore!
Il ragazzo diede una leggera gomitata  alla sua compagna, facendole intendere che era meglio assecondare il padre … tanto loro avrebbero avuto modo di passare il  resto  del  pomeriggio  e la serata  insieme, magari fino a molto tardi. E finalmente il momento così atteso dall’uomo arrivò. Lui trattenne il respiro fissando la donna che procedeva lentamente, con aria vagamente assente, nella loro direzione. Non era alta, gli arrivava a malapena alle spalle, e non era  particolarmente bella; vestiva  in modo sobrio e sulla spalla sinistra portava la  grossa borsa gialla del giorno precedente.  Tutto di sé lasciava intendere il suo carattere: dolce, comprensiva ma anche forte e determinata. Lei posò lo sguardo su di lui, poi sui ragazzi e fece per proseguire. L’uomo balzò in piedi quasi volesse tenderle le braccia e fermarla. Lei spalancò gli occhi  e subito girò il viso dall’altra parte e si mescolò alla folla come il  giorno  precedente. I ragazzi stupiti intuirono che fra quei due doveva esserci qualcosa ma non osarono chiedere niente.
–          Sì, ora potete andare. Anche io ho qualcosa da fare.
Li lasciò lì, attoniti,  dirigendosi  a grandi passi verso il porticciolo  dove, quella sera, era sicuro di trovarla. L’abbracciò stretta  ed a nulla valsero i tentativi di lei di sciogliersi da quelle braccia forti che la imprigionavano.  Quell’abbraccio proprio non aveva nulla di amichevole.  Un “ti prego” sussurrato  che equivaleva ad un urlo accorato, indusse l’uomo a scostarsi da lei che non disse più nulla. Rimasero in silenzio per alcuni istanti, poi  lui le ripeté ancora una volta che per lui  nulla era cambiato. Pensava solo a lei come la compagna dei suoi ultimi anni.  Sarebbe stato bellissimo averla accanto ogni sera, a casa.  Era sicuro che lei avrebbe avuto un ottimo rapporto con la figlia che avrebbe fatto tesoro dei suoi consigli. Invidiava l’uomo che lei aveva sposato: non lo avrebbe biasimato se avesse lottato per tenersela con sé. Era giusto, in fondo. Anche lui avrebbe fatto  lo stesso, ed anche di più. Il loro era un buon matrimonio  ma il sentimento che c’era fra lui e quella donna era davvero  qualcosa di speciale, molto speciale.
–          Almeno ti posso parlare in chat?
Un ennesimo diniego. Sarebbe stata una tentazione troppo grossa per tutti e due. Dovevano accontentarsi di vedersi  e parlarsi lì, in vacanza, per pochi minuti, come amici. L’abbracciò ancora  stretta  stretta : avvertì la morbidezza  ed il tepore del suo corpo, aspirò avidamente  il profumo dei suoi capelli e memorizzò tutte quelle sensazioni che lo avrebbero fatto sopravvivere fino al loro prossimo incontro, l’anno successivo. Lei infine si scostò da lui  che a malincuore la lasciò andare.  Un sorriso triste ed un cenno con la mano … lei se ne andò  così, nella sera.
–          Un anno … sarò qui  ad aspettarti  ancora.

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  1. Stefano
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    4 anni fa
  2. Carlo
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    4 anni fa

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